Trieste-Salario | Articoli

L’Italia liberata e gli eroi del quartiere: il racconto su Ugo Forno

di Sara Fabrizi

 

25 aprile 2018, si festeggia la liberazione dell’Italia dal nazifascismo avvenuta nel 1945. Una festa stabilita nel 1949, facendola coincidere con la data in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Italia Alta (CLNIA) aveva proclamato l’insurrezione generale dei territori ancora occupati dai nazifascisti, avviando la liberazione di Milano e Torino. Una data importante che a Roma, quest’anno, viene ricordata con una manifestazione intitolata “Viva i partigiani”.

A Roma e nel Trieste-Salario, però, la data che tutti ricordano con commozione è quella del 4 giugno 1944, il giorno dell’ingresso degli Alleati a Roma. In alcune foto, presenti in CommunityBook Trieste-Salario e provenienti dall’archivio Paola Mazzei, si vedono i carri armati degli Alleati sfilare in piazza Annibaliano, accolti dall’entusiasmo di adulti e bambini. In un’altra immagine, del giorno precedente, ci sono i mezzi dei nazisti che passano per piazza Buenos Aires, ripiegando verso la linea gotica. Erano le ore conclusive dell’occupazione della città, cominciata l’8 settembre 1943, dopo l’armistizio di Cassibile. Un’occupazione raccontata nelle pagine della Storia del Trieste-Salario attraverso le tante vicende di antifascisti e partigiani che hanno vissuto e operato nel quartiere, contribuendo in modo decisivo alla Resistenza.

Tra gli altri, Leone Ginzburg, arrestato in via Basento 55 il 20 novembre del 1943 mentre lavorava nella tipografia clandestina dove si stampava il giornale del Partito D’Azione, Italia libera. Una libertà che Leone ha contribuito a costruire, ma non ha mai potuto respirare a pieni polmoni. A Regina Coeli lo torturarono a morte per strappargli informazioni.

Oppure il regista Luchino Visconti, che nella villa di famiglia, in via Salaria 366, a pochi passi da Villa Ada, nascondeva volantini propagandistici, armi e uomini ricercati. Anche lui venne catturato, il 15 aprile del 1944, durante un’irruzione in un appartamento in viale Eritrea, dove si nascondeva sotto falso nome. Finì nelle mani della banda di Pietro Koch, ma riuscì a salvarsi grazie all’intervento di una donna.

Ma il simbolo più grande della Resistenza e della Liberazione, nel Trieste-Salario, è sicuramente Ugo Forno, il dodicenne partigiano di via Nemorense 15. Con totale sprezzo del pericolo, il 5 giugno del 1944, Ughetto, sapendo che i tedeschi in fuga avrebbero cercato di far saltare in aria i ponti, si armò e guidò un gruppo di ragazzi a difesa del ponte della ferrovia Roma-Firenze. Un ponte che oggi è intitolato a lui, morto eroicamente per garantire la libertà di tutti.

 

LEGGI: la Storia del Trieste-Salario dalla preistoria ai giorni nostri

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