Trieste-Salario | La Storia

Il 24 marzo 1944 l’eccidio delle Fosse Ardeatine

Il 24 marzo 1944 vengono trucidati dai nazisti 335 italiani: civili, militari, ebrei, prigionieri politici e comuni. Quattro delle vittime abitavano nel Trieste-Salario e militavano nel Partito d’azione.

L’AVIATORE
Tenente colonnello dell’aeronautica militare, Umberto Grani ha combattuto in Africa. Dopo l’8 settembre entra nella Resistenza e guida una formazione di partigiani ferrovieri. Nella sua abitazione, in via Monfalcone 1, nasconde diversi perseguitati politici. Catturato
e torturato in via Tasso, muore all’età di 43 anni.
(Foto del Mausoleo delle Fosse ardeatine, dal libro “Come eravamo Trieste-Salario”)

I loro nomi ancora risuonano sui libri di storia e nelle memorie del quartiere: Raffaele Zicconi, Luigi Pierantoni, Carlo Avolio e Umberto Grani. L’eccidio delle Fosse Ardeatine venne organizzato dalle SS: il colonnello Herbert Kappler decise, il capitano Erich Priebke eseguì. Fu la rappresaglia per l’attentato partigiano in via Rasella, in cui morirono 33 militari tedeschi.

IL DECORATO
Carlo Avolio, ex maggiore pluridecorato della Prima guerra mondiale, abita al 104 di corso Trieste. Arrestato il 28 gennaio 1944, dopo un “soggiorno” a via Tasso viene trasferito a Regina Coeli. Muore all’età di 48 anni.
(Foto del Mausoleo delle Fosse ardeatine, dal libro “Come eravamo Trieste-Salario”)

Le foto che vedete sono custodite nel volume “Come eravamo, Trieste Salario 1860-1950, il quartiere nelle immagini degli abitanti”, editore Typimedia. Un autentico viaggio nella memoria del Trieste-Salario con un’attenzione particolare al periodo della Seconda guerra mondiale.

IL MEDICO
Luigi Pierantoni detto Gigi, tenente medico della Croce Rossa, abita al secondo piano di piazza Ledro 7. Viene arrestato nel febbraio 1944 e, a Regina Coeli, organizza un’infermeria per i detenuti: è intento a curarne uno quando viene caricato sui camion diretti alle Fosse. Muore a 39 anni (foto dal libro “Come eravamo Trieste-Salario”)

Un viaggio realizzato grazie al contributo degli abitanti del quartiere, che hanno messo a disposizione i loro album di famiglia con foto di straordinario valore affettivo, oltreché storico. All’opera hanno anche contribuito aziende, esercizi commerciali e archivi di vario genere.

LA COPERTINA DEL LIBRO “COME ERAVAMO TRIESTE-SALARIO 1860-1950

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