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EXTRANEWS – Chi è il violinista che suona tutti i giorni all’incrocio tra corso Trieste e via Nomentana
di Camilla PalladinoTiene il violino in una mano e l’arco nell’altra. Al passaggio della “marea” di persone che ogni giorno attraversano l’incrocio tra corso Trieste e via Nomentana, risponde con un sorriso sincero e caloroso. È il ritratto del musicista che da cinque anni intrattiene gli automobilisti del quartiere, fermi al semaforo rosso in direzione di via Spallanzani.
Si chiama Ion, ha sessantatré anni e viene da Cluj, una città a nord-ovest della Romania. Composto e dignitoso, non chiede nulla ai passanti, ma accetta con uno sguardo pieno di gratitudine le offerte che gli vengono fatte dal finestrino di una macchina, da uno scooter, o anche passeggiando sulle strisce pedonali, dai cittadini che apprezzano quell’“intermezzo” musicale tra un clacson e l’altro.
«Ho lasciato la mia famiglia in Romania e sono arrivato in Italia nel 2014. Mi sono dovuto allontanare dal mio Paese perché non era un buon periodo dal punto di vista politico. Ormai i parlamentari si interessano solo delle questioni di Bucarest (la capitale, ndr), ignorando totalmente il resto della nazione», dice Ion a RomaH24 nella sua lingua madre, cioè il romeno. Sì, perché il musicista non capisce e non parla l’italiano né l’inglese, e questo gli sta impedendo di trovare un lavoro regolare. Per questo, ogni giorno, viene a suonare nel Trieste-Salario. «In una giornata – racconta – riesco a racimolare in media tra i cinque e i dieci euro. E solo grazie a questo riesco a vivere da solo in un piccolo appartamentino della Magliana. Per me è un grande rimpianto non aver ancora imparato a esprimermi in questa lingua».
Ma cosa lo spinge a venire fino nel nostro quartiere? Prima di rispondere, per qualche secondo Ion si guarda intorno sorridendo. Inizialmente sembra non aver capito la domanda, ma all’ultimo dice: «Qui le persone sono gentili, educate e generose. Mi trovo molto bene, e mi sento apprezzato per quello che faccio ogni giorno. E poi è un posto molto bello».
Ogni giorno, quindi, Ion indossa un abito elegante, sempre lo stesso, ma mai sgualcito o macchiato, e arriva fino a corso Trieste. Sa quanto sia importante la forma nella musica classica, poco importa che suoni all’incrocio tra due strade o sul palcoscenico di un grande teatro dell’Opera. D’altronde, faceva parte di un’orchestra anche nel suo Paese d’origine, che ora ricorda facendo risuonare per le strade del Trieste-Salario le note dei valzer e dei brani di tango tipici della cultura romena.