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Dal lager a viale Eritrea: la storia di Alberto Mieli, testimone della Shoah
di Antonio TisoDal lager a viale Eritrea. È il percorso di vita di Alberto Mieli, superstite dell’Olocausto e commerciante storico all’Africano. Scomparso nel 2018 a 92 anni, la sua è stata una storia di resilienza. Una parabola di vita da ricordare nel “Giorno della Memoria”.
Il 27 gennaio è infatti la data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz. In tutto il Paese vengono ricordati la Shoah e le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia o la morte, ma anche coloro che si sono opposti al progetto di sterminio.
Le ferite di Alberto non erano fisiche, ma comunque profonde e radicate. Per molti anni non ha voluto parlare di quanto accaduto durante la prigionia. Al suo arrivo ad Auschwitz gli viene tatuato sul braccio il numero 180060, poi viene impiegato nelle fabbriche belliche del lager. A distanza di cinquant’anni dalla tragica vicenda divenne uno dei più attivi testimoni contemporanei del dramma della Shoah.
Le foto che accompagnano questa curiosità sono custodite nel volume “Come eravamo, Trieste Salario 1860-1950, il quartiere nelle immagini degli abitanti”, editore Typimedia. Un autentico viaggio nella memoria del Trieste-Salario con un’attenzione particolare al periodo della Seconda guerra mondiale, di cui nel 2020 ricorre l’ottantesimo anniversario.
Un viaggio realizzato grazie al contributo degli abitanti del quartiere, che hanno messo a disposizione i loro album di famiglia con foto di straordinario valore affettivo, oltreché storico. All’opera hanno anche contribuito aziende, esercizi commerciali e archivi di vario genere.