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Da via degli artigiani a strada deserta: così muore via Lambro

di Antonio Tiso

Da via degli artigiani a strada deserta. È questo il declino che coinvolge da anni via Lambro. Un progressivo svuotamento di una zona del quartiere conosciuta nel recente passato per le sue numerose botteghe.

VIA LAMBRO

Lo scorso 15 dicembre ha abbassato le serrande anche la sartoria di Paolo D’Alicandro e Rocca Farina. I due anziani, nominati Cavalieri da Ciampi durante il suo settennato alla presidenza della Repubblica, consegneranno al Comune le chiavi del loro negozio. Avevano aperto nel 1988 in questo spazio di proprietà di Roma Capitale, a pochi passi dal mercato Trieste.

LA SARTORIA POCO PRIMA DELLA CHISURA

A determinare la chiusura la fatica di portare avanti l’attività in una strada che ormai è deserta: “Un tempo questa era la via degli artigiani. C’erano tante botteghe prima: il vetraio, il calzolaio, il fotografo, l’orefice, l’idraulico, un emporio di casalinghi, una pizzeria e un elettricista. Da sette anni a questa parte però hanno chiuso tutti. Resiste solo l’antiquario”, raccontano.

VIA LAMBRO

“Un tempo qui era una gara per aprire un negozio, ora sono andati tutti via”, dice Ginestra Palombi, una residente in pensione mentre va a fare la spesa al mercato. Camminare per la via, provoca in effetti una certa impressione. Pochi passanti e una fila di saracinesche giù. Attraverso la grata di due negozi si vedono ammassate a terra ancora parecchie lettere da aprire e scaffali impolverati.

I negozi sono di proprietà del Dipartimento Patrimonio ed è per questo che Amedeo Valente, presidente del mercato Trieste, ha chiesto alla sindaca Raggi, di incentivare la riapertura dei locali vuoti. “In occasione dell’inaugurazione della macchina per il riciclo della plastica, le abbiamo ricordato quanto sia importante non lasciare chiusi questi spazi su via Lambro. Una possibilità sarebbe creare uffici che erogano servizi pubblici ai cittadini”.

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