Trieste-Salario | Articoli

Assolate e senza ombra, ecco le fermate del quartiere

di Federica Capati

Assolate, senza nemmeno una pensilina per sedersi o un albero per rifugiarsi all’ombra. Le fermate degli autobus del Trieste-Salario sono quasi tutte così. È dura la vita di chi si muove con i mezzi pubblici. Sotto il sole cocente, poi, diventa tutto ancora più difficile. La nostra redazione si è calata nei panni di un passeggero qualunque, uno dei tanti che ogni giorno – per andare al lavoro o per altri motivi – decide di spostarsi con l’autobus. Abbiamo aspettato l’autobus insieme ai residenti, individuando in questo modo le fermate “peggiori”.

 

Viale Eritrea/Sant’Emerenziana: Il viaggio di RomaH24 nelle fermate del Trieste-Salario parte da qui, da viale Eritrea, a cui spetta la “maglia nera” delle fermate. Lo spazio vicino alla fermata è sempre deserto. Basta spostare lo sguardo un po’ più avanti, vicino al banchetto di frutta e verdura, per notare la folla di persone in attesa, al riparo dal sole sotto l’ombra della chiesa.

 

Corso Trieste/piazza Trasimeno: Si trova davanti al liceo Giulio Cesare, ma sull’altro lato della strada. “Io prendo l’autobus qui per andare in ufficio tutti i giorni – racconta Romina a RomaH24 – Si trova un po’ di ombra solo grazie ai pini dello spartitraffico. Meno male che ci sono loro, altrimenti morirei di caldo”. La fermata, come tutte quelle di corso Trieste, è sempre molto trafficata. Le linee che copre sono l’80, il 38, l’88 e l’89. Autobus che portano alla stazione Termini o all’università la Sapienza e che di conseguenza sono molto spesso utilizzati anche da studenti e viaggiatori.

 

Via Dalmazia: La fermata di via Dalmazia è un punto di snodo molto trafficato. Le linee che copre sono le stesse di corso Trieste. Via Dalmazia però ha una particolarità. “La chiamo la fermata maledetta – racconta Simone, uno studente di matematica dell’università la Sapienza – ogni volta scendo dal tram su viale Regina Margherita, butto l’occhio verso via Nizza e vedo un bus che sfreccia verso la fermata. E puntualmente devo correre”. Anche qui, stessa storia. Non una pensilina, non un albero, non una panchina. I passeggeri che aspettano gli autobus in via Dalmazia non hanno possibilità di ripararsi dal sole o sedersi un momento.

 

Via Tagliamento/via Chiana: “Questa fermata è un disastro – racconta Alon, un residente filippino – ogni giorno alle 11 devo prendere il 63 per andare a lavorare. Le macchine parcheggiano in seconda fila e delle volte non vedo nemmeno quando passa l’autobus”. Via Tagliamento è la strada dove impazza la sosta selvaggia. E in questo caso non crea un danno solo al traffico – quasi perennemente in tilt – ma anche a chi deve aspettare i mezzi pubblici. “Non parliamo del fatto che non c’è nemmeno un albero a ripararci dal sole – conclude Alon – una settimana fa una signora si è quasi sentita male per il caldo, infatti”.

 

Piazza Istria: Anche su piazza Istria, la situazione non è delle migliori. “Un mese fa, quando faceva quel gran caldo ai primi di giugno, stavo per svenire qui – racconta Stefania, una studentessa di lettere – per fortuna è pieno di locali e bar e mi sono fiondata a prendere una cosa zuccherata. Sto aspettando il 310 per andare a viale Ippocrate. Diciamo che è un bus che si fa attendere parecchio”.

 

Sant’Agnese Annibaliano: La fermata di Sant’Agnese Annibaliano è sempre piena di persone, complice la stazione della metro B1, che viene utilizzata molto dai residenti del quartiere Trieste per spostarsi verso il centro. “Non c’è mai un filo di ombra qui – spiega Alessandra, una residente in attesa del 38 – per avere un minimo di riparo io mi metto sempre sullo spartitraffico, sotto agli alberi, anche a costo di dover fare una piccola corsa poi per salire sul bus”.

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