morgagni | La Storia

8 novembre 1926, quando Antonio Gramsci venne arrestato in via Morgagni

di Giulia Argenti

“In questa casa nel 1925-1926 abitò Antonio Gramsci, deputato del Parlamento, dirigente della classe operaia. Un capo che sapeva ascoltare”. Così recita una targa affissa sul muro di via Giovanni Battista Morgagni 25. Da lì, l’8 novembre 1926, Gramsci uscì in manette.

Sono le 22.30 quando la polizia irrompe nell’abitazione, una macchina aspetta fuori per trasportare il deputato al carcere di Regina Coeli. Clara Passarge, proprietaria dell’appartamento dove il deputato vive da oltre due anni, assiste, allibita, all’arresto del suo inquilino. Poco tempo dopo, dalla cella, Gramsci le farà recapitare una lettera per scusarsi della confusione e chiederle di fargli avere qualche libro: “Gentilissima signora, prima di tutto, voglio domandarle scusa per i disturbi e i fastidi che le ho arrecato, i quali non entravano, in verità, negli accordi di inquilinato”.

Il deputato sarà condannato a vent’anni di carcere per attività cospirativa, istigazione alla guerra civile, apologia di reato e incitamento all’odio di classe.

La vicenda è raccontata, nei dettagli, nel volume di Typimedia Editore “La Storia del Nomentano” a cura di Sara Fabrizi.

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