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10 dicembre 1936: muore in via Bosio il premio Nobel Luigi Pirandello

di Giulia Argenti

“In questa casa, ove in pagine non periture trasfuse sofferti travagli e drammatiche inquietudini dell’età sua, il 10 dicembre 1936 morì Luigi Pirandello”. Così recita la targa affissa in via Antonio Bosio 15, dove visse il grande drammaturgo e scrittore.

Il suo legame con il nostro territorio è molto stretto: è proprio in quella casa, all’ultimo piano, che nel 1934, che Pirandello viene a sapere di aver vinto il premio Nobel per la letteratura

Ed è sempre in questo appartamento, divenuto oggi museo e Istituto di Studi Pirandelliani e del Teatro Contemporaneo, che il drammaturgo muore, il 10 dicembre del 1936. Le sue ultime volontà vengono rispettate: il corpo avvolto in un lenzuolo, nessuna cerimonia né necrologi o annunci sul giornale, solo la cremazione e le ceneri lasciate volare via, trascinate dal vento. 

In “Novelle per un anno” Pirandello descrive così la sua casa, in via Bosio: “Il mio studio è tra i giardini. Cinque grandi finestre, tre da una parte e due dall’altra; quelle, più larghe, ad arco; queste a usciale, un palpito continuo di tende azzurre di seta. Ma l’aria dentro è verde per il riflesso degli alberi che vi sorgono davanti”.

Prima di arrivare lì, Pirandello ha vissuto al civico 129 di via Alessandria. In due testi lo scrittore parla proprio di questa zona: nella novella “In silenzio” si accenna, infatti, a Elodina, un’orfanella che vive in via Alessandria. La strada, inoltre, è protagonista anche della novella “La distruzione dell’uomo”: è proprio in un “casone di via Alessandria” che avviene il delitto dei coniugi Porrella, che vivevano lì.

Il legame di Luigi Pirandello con il nostro quartiere è raccontato nel volume “La Storia del Trieste-Salario” di Typimedia Editore, a cura di Sara Fabrizi.

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