24 Marzo 2021 - 14:42 . Trieste-Salario . Cronaca

Villa Lancellotti, via al restauro dello storico palazzo del quartiere: tutta la sua storia

Villa Lancellotti
Villa Lancellotti

Nuova vita per Villa Lancellotti. In via Salaria sono partiti i lavori di restauro della facciata e della copertura dello storico palazzo del Trieste-Salario. L’intervento è partito il primo marzo e dovrebbe concludersi a fine settembre 2021.

Il cantiere

L’edificio che si vede è uno dei casini nobili di Villa Lancellotti, ultimo residuo della grande proprietà che si estendeva da via Salaria al fosso di Sant’Agnese sottostante. La villa era delimitata a sud da un piccolo sentiero che, separandola da Villa Massimo in corrispondenza dell’attuale via Clitunno, scendeva nella valletta sottostante e, a nord, dalla Villa Filomarino.

A fine Ottocento, di fronte a Villa Lancellotti, dall’altra parte della via Salaria, c’erano Villa De Heritz e Villa Savoia, la tenuta di caccia di Vittorio Emanuele II corrispondente all’attuale Villa Ada, separate dal vicolo del Canneto. Come viene raccontato ne “La Storia del Trieste-Salario. Dalla preistoria ai giorni nostri” (Typimedia Editore), sul giardino di Villa Lancellotti è stato costruito il quartiere di piazza Verbano. Nel sottosuolo di Villa Lancellotti si estendono inoltre le Catacombe dei Giordani.

Sporgendosi al di sopra del portale si può intravedere l’unico casino superstite dei quattro originari, dietro il quale si apre un giardinetto all’italiana ornato da una fontana cinquecentesca. Prima dei Lancellotti-Massimo, i Della Porta e, in origine, i Gangalandi hanno potuto bearsi di queste idilliache visioni: le famiglie si sono avvicendate – per via di matrimoni e passaggi di eredità – nel corso di due secoli nel possesso di questi terreni poi lottizzati, divisi, devastati a colpi di vendite e piani regolatori, che impongono la trasformazione di un’area per pochi eletti a zona di dimora per molti. Alcune fotografie in bianco e nero dell’archivio Massimo Lancellotti, accompagnate dagli oli del pittore Umberto Prencipe, unico a ricevere negli anni ’40 il permesso di accedere al giardino della villa per dipingere, raccontano com’è ancora la villa intorno a metà ’900.

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