di Marco Barbaliscia 

Amnesty International torna in strada per Patrick Zaki nel giorno della seconda udienza del processo che lo vede accusato di diffusione di notizie false. Il ragazzo dell’Università di Bologna è in carcere in Egitto da quasi 20 mesi. Cartelli gialli, striscioni e sagome di Patrick hanno colorato l’ingresso di Villa Ada antistante l’Ambasciata d’Egitto nel primo pomeriggio di martedì 28 settembre.

Un gruppo di una ventina di ragazzi ha manifestato pacificamente, radunandosi a bordo strada al grido: “Libertà per Zaki”. Tina Marinari, responsabile della campagna ‘Free Patrick’ per Amnesty, racconta a Roma H24 le attività poste in essere negli ultimi mesi: “Siamo già stati qui, davanti la sede dell’Ambasciata d’Egitto, per otto settimane, tra ottobre e novembre, per chiedere un incontro. L’obiettivo era consegnare le 150mila firme raccolte per liberare Zaki, ma ancora oggi l’Ambasciata rifiuta di incontrarci”.

Tina, poi si sofferma sulla manifestazione: “E’ una giornata importante. In Egitto c’è stato l’ennesimo rinvio dell’udienza. Il prossimo processo per Zaki è stato rimandato al 7 dicembre, una data terribile e simbolica perché in quel giorno scatteranno i 22 mesi di detenzione senza prove e fondamento. Siamo qui insieme ai rappresentanti del nostro ‘Gruppo Giovani’ (studenti universitari) e i gruppi storici. Il caso di Patrick ha unito tutti”.

L’ultima battuta è dedicata alle prossime iniziative: “Ieri e oggi ci sono state mobilitazioni nei gruppi Amnesty sparsi in tutta Italia. Più risonanza l’ha avuta quella di Bologna, a piazza Maggiore, luogo invocato dallo stesso Patrick nella sua lettera. Le manifestazioni continueranno in Italia, e torneremo anche qui. Non ci fermeremo fino a quando Patrick Zaki non potrà tornare in piazza Maggiore con noi”.

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