26 Agosto 2018 - 12:48 . FuoriQuartiere . Cultura

Viaggio nella grande bellezza dell’Esquilino, tra degrado e voglia di rinascita

Subito a sud della stazione Termini comincia il rione Esquilino. Oggi I Municipio, nell’antica Roma era “fuori città” – e secondo alcuni il suo nome vuol dire il contrario di “inquilino”. Oggi luogo multietnico per eccellenza, sino al 1880 sede di residenze patrizie. Ma Roma, una volta diventata capitale, aveva bisogno di ampliarsi per ospitare la nuova borghesia del Regno d’Italia. E fu un architetto non ancora 30enne, Gaetano Koch (romanissimo a dispetto del cognome tirolese), a dare all’Esquilino la sua forma attuale. Il nuovo quartiere sorse intorno alla piazza Vittorio Emanuele II, progettata come fosse il centro storico di Torino, la città dei Savoia: i palazzi con i portici a circondare un vasto giardino botanico dal perimetro rettangolare lungo circa un chilometro. E i nomi delle strade, oltre agli scontati omaggi alla casa Savoia, sono quelli dei grandi italiani da Dante a Leopardi, da Machiavelli a Buonarroti.

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