7 Settembre 2020 - 19:06 . Trieste-Salario . Ambiente

Una puntura per uccidere il parassita alieno. L’esperto: “Così salviamo i pini di Roma”

Il metodo Corradi applicato a un pino romano
Il metodo Corradi applicato a un pino romano

“In un mese di trattamenti abbiamo eliminato la cocciniglia e salvato i pini”. Gian Pietro Cantiani, dottore forestale iscritto all’ordine degli agronomi di Roma, dona una speranza, forse di più, agli alberi simbolo della Capitale, tra cui quelli del Trieste-Salario, infestati da un insetto che li sta divorando.

Il metodo Corradi applicato a un pino di Roma

Le piante, da poco più di due anni, sono preda di un minuscolo parassita, la cocciniglia tartaruga, che si propaga in fretta e che si nutre della loro linfa vitale, uccidendole. Cantiani, insieme a un team di esperti, da circa un anno sta applicando un protocollo, chiamato “metodo Corradi” dal nome dall’agronomo che l’ha ideato, che sta dando ottimi risultati. “Da circa un anno – spiega Cantiani – per conto di alcune aziende con le quali collaboro e soltanto in aree private di Roma, tra cui quelle del I e del II Municipio, svolgiamo trattamenti endoterapici. In pratica somministriamo ai pini, tramite una specie di iniezione, prodotti sia nutrienti, sia antiparassitari che, risalendo lungo il sistema linfatico, raggiungono la chioma e sconfiggono la cocciniglia”.

Un ramo liberato dall’infestazione della cocciniglia

Non solo, la cura ha anche una sorta di “garanzia”. “I prodotti che iniettiamo – continua l’esperto – restano in circolo per circa due anni e assicurano così una protezione continuativa”. Per ora, il metodo Corradi è utilizzabile soltanto in aree private poiché, come spiega il dottor Cantiani, “per curare le piante in suolo pubblico è necessario un decreto del Ministero delle politiche agricole che indichi le linee guida. Il trattamento non è assolutamente nocivo per la salute dell’uomo, né per le altre specie animali”.

Tracce della cocciniglia sono facilmente riscontrabili a piazza Verbano, ovviamente a corso Trieste, via Volsinio. Sotto scacco, però, sono anche i pini piantati nelle loro vicinanze che, anche se non sono ancora stati infettati, quasi sicuramente lo saranno presto. L’insetto, infatti, si sposta facilmente da una zona all’altra grazie ai venti. Il parassita, originario dell’America del Nord, è sbarcato circa cinque anni fa in Campania e poco più di due anni fa è arrivato a Roma.

Lungo il suo cammino ha lasciato una lunga scia di alberi morti.

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