31 Luglio 2019 - 15:10 . Somalia . Cultura

Un viaggio nei misteri della Chiesa, Peronaci chiude il ciclo di incontri alla libreria Eli

Il crimine raccontato da sei angolazioni molto diverse. È questa la sintesi di ciò che ci ha regalato “Criminali autentici e dove trovarli”, il ciclo di sei presentazioni – ideato ed organizzato da RomaH24 con la libreria Eli – che ieri, martedì 30 luglio, si è concluso ospitando il giornalista Fabrizio Peronaci per parlare del suo libro “Il Figlio della colpa”.

Un momento dell’incontro alla libreria Eli con Fabrizio Peronaci

Dopo Attilio Bolzoni (Il padrino dell’Antimafia), Paolo Bonacini (Aemilia, il più grande processo alla ’ndrangheta), Floriana Bulfon (I Casamonica), Simona Dolce (La battaglia delle bambine) e l’accoppiata Massimo Lugli-Antonio Del Greco (Quelli cattivi), è toccato a Peronaci concludere il viaggio attraverso “storie in cui la violenza trasforma le persone comuni in criminali”, come ha spiegato Luigi Carletti, direttore di RomaH24, nella sua introduzione.

Il pubblico intervenuto alla libreria Eli per Fabrizio Peronaci

Poi è toccato all’autore condurre i presenti in sala alla scoperta del libro: una storia che coinvolge la Chiesa, che denuncia l’assenza di trasparenza di una parte del mondo ecclesiastico, descritta attraverso il racconto di una storia, “intercettata sui social – come ha spiegato l’autore – e che parte da un libro scritto negli anni ottanta da un sacerdote. Lo stupro di una monaca, negli anni ’50, e tutto quello che ne è seguito dopo” nel tentativo di seppellire la vicenda.

Fabrizio Peronaci conosce bene l’ambiente della chiesa e i suoi lati oscuri: ha seguito per anni il caso della scomparsa di Emanuela Orlandi, indagando ed approfondendo nonostante i tentativi di “silenziare” il fatto.

LEGGI l’articolo sull’incontro con Massimo Lugli e Antonio Del Greco

LEGGI l’articolo sull’incontro con Simona Dolce

LEGGI l’articolo sull’incontro con Floriana Bulfon

LEGGI l’articolo sull’incontro con Paolo Bonacini

LEGGI l’articolo sull’incontro con Attilio Bolzoni