9 Luglio 2020 - 12:30 . Trieste-Salario . Salute

Storia e aneddoti sulla Farmacia Verbano, istituzione del quartiere dal lontano 1925

Farmacia Verbano
Farmacia Verbano

Agli inizi del ventesimo secolo le farmacie in Italia svolgevano un’attività multiforme e complessa, di indubbio valore sociale. E per conoscere i vari aspetti indicativi di come si svolgesse e si realizzasse a quei tempi il “presidio farmacia”, possiamo ripercorrere la storia della Farmacia Verbano, presente nel quartiere fin dall’inizio del XX secolo. In origine la farmacia era ubicata nel centro città, in via del Quirinale 44 – nel palazzo Pallavicini-Rospigliosi – dove venne inaugurata e aperta al pubblico nel 1893 dalla dottoressa Maria Farina Pierandrei.

Piazza Verbano

La farmacia del Quirinale era una “grande farmacia“: tale attributo diversificava fin dal 1700 le farmacie che disponevano di laboratorio in grado di produrre i “farmaci da banco”. Ed era anche la farmacia di riferimento per i membri di Casa Savoia, in particolare utilizzata dalla Regina Elena. La Regina, infatti, era appassionata di medicina e farmacologia e si dedicava personalmente all’assistenza dei malati, promuovendo anche strutture sanitarie ancor oggi funzionanti, quali l’Istituto Regina Elena per la cura dei tumori e l’Istituto per la Riabilitazione dei Poliomielitici, adiacente a Palazzo Chigi in Ariccia.

Nel 1904 il re Vittorio Emanuele III acquistò per 610.000 lire – sarebbe più corretto dire “riacquistò”, dato che la villa era stata precedentemente venduta da Vittorio Emanuele II – il parco di Villa Ada sulla via Salaria. Nel 1919 i reali trasferirono qui la loro residenza ufficiale.

Successivamente, nel 1909, fu varato il 1° Piano Regolatore di Roma, nel quale era previsto il Quartiere Verbano progettato dall’ingegnere Dario Barbieri, essenzialmente per gli impiegati statali. A partire da 1925 il quartiere fu realizzato dall’Istituto Nazionale Case Impiegati Statali (INCIS); era destinato a circa 10.000 persone, con tutti i servizi: la scuola (il prestigioso liceo Giulio Cesare), la posta, la chiesa (San Saturnino), il parco Nemorense o Virgiliano – in onore del poeta mantovano, inaugurato proprio dalla Regina Elena e dal Governatore Boncompagni – e, naturalmente, la farmacia.

Le preparazioni galeniche magistrali costituivano la parte predominante dell’attività di laboratorio del farmacista; nel quaderno ritroviamo registrate ricette di medici dell’epoca, ad esempio del professore Pesaresi, del professore Menier, del dottor Olivetti e del professor Capparoni, che esercitava la professione di medico nei locali della farmacia di Largo Arenula.

Il quaderno, prezioso documento storico, costituisce una ulteriore testimonianza dell’ingente patrimonio di esperienze, studi, ricerche, dedizione al servizio per i cittadini che è alla base e all’origine della professione del farmacista. Ed è questo patrimonio che anche oggi, nella Farmacia Verbano, senza alcuna soluzione di continuità viene aggiornato, utilizzato e condiviso dagli attuali professionisti che lavorano nel quartiere.