27 Gennaio 2020 - 15:03 . Trieste-Salario . Cultura

Shoah, questi sono i luoghi della memoria nel quartiere

Le pietre d'inciampo per le vittime della Shoah
Le pietre d'inciampo per le vittime della Shoah

Anche il Trieste-Salario ha i suoi luoghi che rimandano alla tragedia dell’Olocausto. Oggi, 27 gennaio, giornata della Memoria, il quartiere ricorda chi è stato ucciso durante le dittature naziste e fasciste, chi ha lottato per la libertà, chi è partito per un viaggio senza ritorno.

Via Clitunno, targa dedicata ad Angelo De Fiore

Una targa in via Clitunno, al civico 26, recita: “Alto funzionario di polizia, proclamato giusto tra le nazioni per aver salvato, a rischio della propria vita, centinaia di ebrei durante l’occupazione nazifascista”. Il giusto tra la nazioni è il poliziotto Angelo De Fiore che, durante l’occupazione tedesca del 1943-44, insieme a un collaboratore, manipolò centinaia di documenti per salvare la vita di altrettanti ebrei prima della liberazione degli Alleati.

Il 16 ottobre 1943, la notte cala sul quartiere e sulla ragione dell’uomo. Il rastrellamento degli ebrei giunge in via Po 42, dove abita Arrigo Tedeschi. Soltanto grazie a un bigliettino scritto per il fratello Mario si saprà cosa gli è accaduto: Arrigo lo affida al vento mentre, in treno, passa dalla stazione della sua città natale, Ferrara. A recuperarlo è il cavalier Mario Tagliati, testimone dell’ultimo messaggio lasciato da Arrigo al mondo libero. Oggi, una pietra d’inciampo ricorda a tutti il martirio di Tedeschi e la sua data di morte: 23 ottobre 1943.

Pietra d’inciampo in via Panama

Tre pietre d’inciampo per ricordare Riccardo Di SegniGianna Di Segni e Rita Caviglia si trovano in piazza Bologna, davanti al civico 6. Le pietre sono state posate davanti al portone del palazzo dove vivevano le famiglie di origine ebraica e dove, il 16 ottobre 1943 (il giorno del rastrellamento del ghetto di Roma), vennero arrestate e poi deportate nel campo di sterminio di Auschwitz.

Un altro sanpietrino d’ottone è visibile in piazza Ledro 7, dedicato a Luigi Pierantonipartigiano ucciso alle Fosse Ardeatine nel 1944. Anche via Panama 48 ha la sua testimonianza, la dedica è a Eugenio Elia Chimichi, residente di religione ebraica, deportato ad Auschwitz e assassinato nel 1943.

Infine, nel cortile del liceo Giulio Cesare, nel 2016 è stato piantato un olivo in memoria dei perseguitati delle leggi razziali. Non è un luogo casuale poiché la scuola ha avuto tra i propri alunni altre due vittime della Shoah, i fratelli Enrico e Luciana Finzi, espulsi a causa delle leggi razziali.