30 Dicembre 2020 - 13:06 . Trieste-Salario . Scuola

Scuole, verso la riapertura del 7 gennaio: tutti i dubbi nei licei del Trieste-Salario

Il liceo Giulio Cesare
Il liceo Giulio Cesare

Il 7 gennaio sarà una nuova data spartiacque per le scuole di Roma e del Trieste-Salario. E in particolare per i licei. Si tornerà infatti a fare lezione in presenza, inizialmente al 50% e con ingressi scaglionati. Sono infatti previste due campanelle per i nostri studenti.

Ma come si sta avvicinando il Trieste-Salario al fatidico giorno? Sia tra gli studenti che tra gli addetti ai lavori, lo stato d’animo predominante è l’incertezza.

I dubbi dei presidi

“Riprendere la didattica in presenza è essenziale – dice Paola Senesi, dirigente dello storico Giulio Cesare -. C’è la necessità di rispettare la vita scolastica, confrontarsi e crescere insieme. Anche perché l’esposizione prolungata al mezzo telematico può creare problemi alla salute. Al momento però non sappiamo molto sul rientro, non sarà facile rispettare i vincoli e in particolare l’organizzazione con la doppia entrata alle 8 e alle 10. Questo perché non c’è una mensa scolastica e i ragazzi dovranno rimanere a scuola fino alle prime ore del pomeriggio, inoltre serve anche tempo per studiare a casa”.

Sulla stessa lunghezza d’onda è Giovanni Scancarello, preside del liceo Montessori: “Stiamo lavorando sulle disposizioni arrivate alla vigilia di Natale. Oggi (30 dicembre, ndr) avremo una riunione con i presidi della rete per discutere l’applicazione di queste indicazioni da parte del governo. Il nodo principale è la gestione delle fasce orarie per l’ingresso, poi la percentuale degli studenti che potranno rientrare. Faremo tutte le verifiche necessarie per se il 7 gennaio saremo pronti”.

Liceo Montessori

Studenti e studentesse chiedono un rientro in sicurezza

E proprio davanti al liceo Montessori, tra gli altri, questa mattina la rete degli Studenti Medi del Lazio ha manifestato il loro dissenso verso la gestione del rientro. Nello stesso momento altri ragazzi e ragazzi hanno esposto striscioni davanti a più di altre venti scuole di tutto il Lazio.

Più di 200 rappresentanti d’istituto e consulta hanno inoltre firmato l’appello della Rete degli Studenti Medi del Lazio. Con alcune richieste: trasporti sicuri, aumento delle connessioni scolastiche, più spazi per la didattica e tracciamento nelle scuole.

“Sono mesi che non viviamo la scuola” – spiegano gli organizzatori – ma soprattutto sono mesi che chiediamo un serio impegno delle istituzioni per garantire un rientro davvero in sicurezza. Le misure prese finora non bastano a risolvere le enormi carenze della scuola italiana, frutto di anni di tagli e di una crisi mondiale che ha reso palese l’inadeguatezza dell’attuale sistema scolastico, servono misure nuove e coraggiose. Noi abbiamo chiaro cosa vogliamo: la scuola sicura!”.

La protesta davanti ai licei, tra cui il Montessori

La lettera degli studenti del Tasso

Basta propaganda sulla riapertura delle scuole il 7 gennaio“. È questo il senso dello sfogo dei ragazzi pubblicato sul Manifesto. Ecco uno dei passaggi salienti: “Riapriamo senza escogitare turni inapplicabili e controproducenti come quelli (dalle 8 alle 17, con giornate da sette ore di lezione nei trienni) decretati dalle prefetture laziali e acriticamente imposti alle scuole dall’Usr Lazio (incurante dell’argomentata opposizione dei dirigenti scolastici). Si tratta di orari scolastici che impediscono agli studenti – specie dei licei – di potere anche studiare e consolidare gli apprendimenti, vanno a sovrapporsi agli orari di uscita pomeridiana degli uffici, rendono impossibile l’igienizzazione e sanificazione dei locali scolastici per la giornata successiva (dati gli organici attuali di personale ausiliario), non tengono conto delle specificità degli istituti e del territorio, causano assembramenti di docenti nelle scuole – prive di spazi adeguati – nelle numerose ore “buche” e ignorano il problema della refezione degli studenti adolescenti (gli istituti superiori non sono dotati di mensa), lanciando il fuorviante messaggio che si possa anche “saltare il pranzo” in deroga alle norme più elementari di educazione all’alimentazione”. QUI la lettera integrale.