11 Settembre 2018 - 9:42 . Somalia . Cronaca
Scritte sui muri e cestini divelti: Villa Chigi è sempre più abbandonata
“Un procurato disastro ambientale”. Così Rino Fabiano, assessore all’Ambiente del II Municipio, definisce lo stato in cui versa Villa Chigi. In un post su Facebook, Fabiano punta il dito contro il Comune di Roma e il Dipartimento tutela ambientale. “Sono loro – sostiene – ad essere competenti per la cura delle ville storiche, secondo il regolamento dello Statuto di Roma Capitale”.
Il degrado di Villa Chigi, immortalato da Rosario Martire con una serie di foto sul gruppo Facebook “Quartiere Trieste-Salario”, accende la miccia e fa scoppiare l’ennesimo scontro aperto tra il II Municipio, guidato da una giunta Pd, e il Campidoglio pentastellato. “Abbiamo denunciato alle autorità giudiziarie, segnalato al prefetto e alla Protezione Civile. Abbiamo svolto il nostro ruolo di controllo e indirizzo, essendo le antenne del territorio insieme a voi cittadini”. È tutto vero.
Era il 19 luglio quando, con una nota, proprio Fabiano e la presidente Francesca Del Bello, avevano richiesto l’intervento sostitutivo del prefetto Paola Basilone, del Comando militare della Capitale e della Protezione civile, per affrontare la gravissima situazione degli alberi a rischio crollo nel territorio, soprattutto dopo il nubifragio, che nella notte tra il 16 e il 17 luglio, aveva letteralmente messo in ginocchio il II Municipio e tutta Roma. Una situazione a cui, secondo la Del Bello e Fabiano, la giunta Raggi non sa far fronte.
Nonostante le foto del post lascino poco spazio all’immaginazione, RomaH24 è entrata dentro Villa Chigi per documentarne le condizioni. Da viale Somalia, passando per il Parco Don Baldoni, la visione dell’area verde è desolante. Cesti della spazzatura divelti o capovolti e stracolmi. oBike, le biciclette del bike sharing, abbandonate ovunque con il sellino girato. Erba alta, incolta e piena di rifiuti di ogni genere. “Sembra di stare nella giungla”, scherza un’anziana mentre passeggia con il suo cane. Le panchine sono sommerse dalle piante. Sedersi è un’impresa, soprattutto perché il parco è invaso da insetti e zanzare. Per concludere in bellezza, la fontana, all’altezza dell’ingresso in via Nicolò Piccinni, è stata imbrattata da scritte oscene. “Di certo non è un piacere fare una passeggiata in questo parco”, commenta amareggiata Lucia, una cittadina della zona.