28 Maggio 2020 - 11:50 . Trieste . Cronaca

Riapre Odoroki: vi sveliamo i segreti della cucina panasiatica nel Trieste-Salario

Odoroki
Odoroki

“Abbiamo preso questa ripartenza come una sfida. Una sfida da vincere”. Alessandra Bognanni ci accoglie con un sorriso determinato – seppur nascosto dalla mascherina – nel suo locale a piazza Istria, Odoroki, che gestisce insieme a Giuseppe Amati. 

Palermitana lei, di Rimini lui, questa coppia di imprenditori che vive in via Asmara – Giuseppe è stato uno dei 100 (+1) personaggi del Trieste-Salario, il libro edito da Typimedia – aveva inaugurato l’attività a fine febbraio. Ma non hanno fatto in tempo ad alzare la saracinesca che sono stati costretti ad abbassarla a causa della pandemia, pur mantenendo il servizio di consegna a domicilio. Ma ora, con la fase 2, hanno finalmente ripreso a pieno ritmo.

Amarilda Dhrami con il cuoco Gilbert

Insieme ad Alessandra c’è Amarilda Dhrami, 33 anni, store manager del locale, che fa la spola da piazza Istria a via Bergamo, dove a breve aprirà un nuovo punto vendita di Odoroki. Ed è proprio lei che inizia a raccontare questa fase 2 bis dell’attività: “Odoroki significa “sorpresa“, quello che vogliamo è appunto sorprendere il cliente. Ci chiedono spesso cosa cuciniamo, se cinese, giapponese o thailandese… Ecco, noi siamo un mix tra tutto questo. La nostra è una cucina panasiatica, come ama dire Alessandra”.

Qualche esempio?
“Il curry massman, che è fatto con il latte di cocco. Poi ci sono i noodles giapponesi o il chow mein, che è una ricetta cinese. Ma le nostre specialità sono i bao, dei paninetti cotti al vapore, soffici. Noi li abbiamo creati con i gamberi panati e il pollo croccante. Tutti questi piatti sono rivisitati secondo i gusti occidentali”.

Cioè?
“La preparazione delle pietanze è tutta made in Italy. Si tratta di ricette asiatiche preparate per lo più con prodotti italiani. E con un’arma segreta”.

Quale?
“È la nostra nutrizionista, Cleonice Renzetti, ex campionessa di canottaggio. Segue personalmente tutti i nostri menù”.

A questo punto della chiacchierata, ci raggiunge anche Alessandra, in una delle rarissime pause dal lavoro. E ci tiene a sottolineare come il quartiere abbia accolto la novità Odoroki: “Le persone hanno risposto benissimo alla riapertura, soprattutto per quanto riguarda il servizio di take away. La gente, dopo tanto tempo a casa, sente la necessità di un confronto, di un contatto. Merito anche dei nostri ragazzi, che sono bravissimi. Alle persone piace venire qui, è la loro “destination“. Non apprezzano solo il cibo, ma anche chi lavora qui. Siamo stati accolti e sostenuti a 360° dal quartiere, anche dai commercianti della zona”.

Un altro tema a cui Alessandra tiene molto è quello della sicurezza, oltre all’ecosostenibilità. E, per la spiegazione, lascia ancora la parola ad Amarilda: “Già prima dell’emergenza, avevamo avviato la campagna “less plastic” e cercato di ridurre il consumo della plastica nei locali. E ora, con il virus, cerchiamo di dedicare ancora più attenzione a questi accorgimenti. Dovendo limitare i contatti, i clienti possono fotografare il menù, che ha un codice QR, e scaricare quindi il pdf direttamente sul proprio smartphone. Inoltre, tutti usiamo mascherine, guanti e gel igienizzanti. Non vogliamo lasciare nulla al caso”.

Mentre lo dice, Alessandra annuisce. È questo lo spirito da cui riparte Odoroki.

Il menù digitale di Odoroki