25 Giugno 2020 - 8:41 . Porta Pia . Cronaca

Porta Pia, così lo smartworking fa crollare dell’80% le entrate dei ristoratori

I tavoli del mercato Nomentano senza persone a mangiare
I tavoli del mercato Nomentano senza persone a mangiare

Via Alessandria all’ora di pranzo è deserta come fosse agosto. Sono gli effetti dello smartworking che ha svuotato gli uffici della zona. Fino a febbraio bisognava fare la fila per sedersi a un tavolo nei ristoranti intorno al mercato Nomentano. Le strade erano tutte un vociare di professionisti in pausa. Giacche, cravatte e tailleur a riempire le vie. Ora – dopo il lungo lockdown – quei giorni appaiono un ricordo lontano e a pagarne le conseguenze sono i ristoratori. Il loro fatturato è sceso del 70-80%. Numeri in linea con quelli che RomaH24 aveva documentato di recente anche a viale Regina Margherita, dove bar e pizzerie sono orfani degli oltre 2.000 lavoratori di Enel.

I tavoli del mercato Nomentano senza persone a mangiare

VIA ALESSANDRIA
“Con impiegati e professionisti che lavorano da casa, a pranzo restiamo chiusi. Apriamo solo la sera”, spiega Massimo, proprietario dello storico ristorante “Giggetto” a via Alessandria. Lui come i tanti colleghi sta affrontando una crisi inaspettata. Gli uffici del ministero dei Trasporti e delle Ferrovie sono pressoché vuoti. “Ora con la cassa integrazione riusciamo a sopravvivere, ma un domani, se non sarà prolungata e le condizioni ambientali non cambieranno, ci troveremo a dover licenziare dei lavoratori. Purtroppo. E questo per me è un dramma perché dietro ci sono delle famiglie”.

Da Giggetto, via Alessandria

C’è poi chi resiste e rimane aperto anche a pranzo, come Antonio V., titolare del vicino “Disco Volante“: “Se prima del Covid-19 facevamo 70-80 coperti a pranzo, ora arriviamo a 25-30. E ora sto meditando se aprire ancora a pranzo, devo guardare i conti”.

Il Disco Volante, ristorante a via Alessandria

MERCATO NOMENTANO
I tavoli all’interno del mercato Nomentano sono vuoti. Pochi clienti. Un chiosco specializzato in street food, prima sempre pieno, ora ha le serrande abbassate. “Forse riaprirà a settembre”, dice il macellaio Bruno Quinzi. C’è una preoccupazione diffusa. “Viviamo tutti con la speranza che i professionisti della zona tornino il prima possibile”, aggiunge Gianfranco Carletti, le cui insalate miste, prima del Covid, andavano a ruba. “Lo smartworking ci sta uccidendo”, spiega Giuseppe Sidoti, presidente del mercato di piazza Alessandria, a commento della difficile situazione che molte attività come la sua stanno vivendo in questo periodo.

Mercato Nomentano. Chiosco di Slow Food chiuso

“In un colpo solo ci hanno portato via migliaia di persone che venivano a mangiare da noi, dai dipendenti dei ministeri e delle Ferrovie ai professionisti della zona”. E ancora: “Il lavoro da casa rischia di provocare una sciagura peggiore del lockdown sui bar, caffè, ristoranti e tavole calde della zona”, conclude Sidoti.