4 Settembre 2020 - 8:00 . Trieste-Salario . Ambiente

Ponte delle Valli, chi sono gli eroi silenziosi che liberano la ciclabile dai rifiuti

I volontari di ponte delle Valli
I volontari di ponte delle Valli

Sono gli eroi silenziosi del ponte delle Valli. Un gruppo di volontari che da tre mesi porta avanti la bonifica di un’area prima degradata. Si ritrovano una volta a settimana, armati di rastrelli, pale, zappe, picconi e decespugliatori.

I volontari di ponte delle Valli

Insieme, con pazienza e volontà lavorano per ripulire una zona che nel tempo era diventata discarica e dormitorio di fortuna. Lavorano a capo chino e sognano di restituire bellezza a quello che ritengono ancora un posto meraviglioso.

Arredi urbani creati dai volontari

Non li spaventa neppure incollarsi sacchi pesanti di rifiuti e portarli fino a via Valdarno. È qui che Ama, d’accordo con loro, viene a ritirarli per smaltirli.

“Non abbandonare i rifiuti”

I più assidui sono Alessandro D’Agostino, Aldo Niccolini, Dino Ruggiero, Emanuela Fiorenza, Felice Catiello, Livio Terzino e Monica Cau. Poi, una volta al mese, si uniscono a loro altri volontari, reclutati soprattutto tramite i social e col passaparola. “Abbiamo liberato i primi 300 metri e piantato due alberi di limone, due fichi d’india e una quercia. Ora vogliamo riaprire tutto il sentiero che costeggia il fiume fino a ponte Tazio. Creeremo zone d’ombra con la piantumazione di altri alberi da frutto e monteremo nuove panchine. Siamo distanti oltre un chilometro dall’obiettivo, ma ce la faremo”.

I cartelli affissi dai volontari

Gli attivisti del ponte delle Valli sono persone normalissime, non leoni da tastiera. Alle lamentele sui social preferiscono i fatti. “Tra noi c’è chi lavora in ospedale, chi in teatro, chi si occupa di impiantistica telefonica e chi di ingegneria meccanica. Ci piace dedicare un po’ del nostro tempo libero a questo progetto” – spiega Monica Cau.

Gli eroi silenziosi di ponte delle Valli al lavoro

All’ingresso della zona recuperata ora si trovano alcuni cartelli: “Area sottoposta a bonifica” e “Stop al degrado”. Poche parole per sintetizzare una volontà ferma e chiara. “Ciò che ha spinto a impegnarci in questa avventura è stata la bellezza di quest’ansa del fiume – aggiunge Emanuela Fiorenza -. Non potevamo più permettere che fosse sempre sporca e poco sicura per chi vuole camminare o praticare sport”.

“Gli uomini sono come i fiumi…”