17 Novembre 2020 - 9:37 . Trieste-Salario . Cronaca
Parco Rabin, si sblocca l’operazione recupero dopo le frane: questi i dettagli
“Entro la fine dell’anno il Simu – Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana – concluderà i sondaggi del terreno franoso a Parco Rabin”. La notizia arriva da Andrea Rollin, presidente della Commissione Ambiente del II Municipio.
Rollin ha poi aggiunto: “L’Ufficio dissesto idrogeologico e opere idrauliche competente esaminerà il sottosuolo a rischio attraverso un tecnico. Poi sulla base dei risultati delle ispezioni si quantificheranno i lavori da fare e l’intervento sarà realizzato nei primi mesi del 2021”.
Sembra dunque vicina a sbloccarsi, almeno stando all’annuncio, una situazione di impasse che dura da oltre sei anni. Quasi la metà dell’area verde lungo via Panama, infatti, è chiusa dalla primavera 2014. All’epoca ci furono una serie di cedimenti del terreno, provocati probabilmente da cavità sotterranee.
La necessità di un intervento era indicata nel cosiddetto “Piano investimenti triennale 2018-20” di Roma Capitale. Nel documento erano iscritte due opere relative a “Rilievi geognostici e strumentali per la mappatura delle cavità sottostanti Villa Ada e Parco Rabin e riempimento degli ambienti ipogei ad elevato rischio crollo”, per un importo totale di 550.000 euro.
La gara per la progettazione della prima opera risultava essere stata avviata nel dicembre 2018, per una spesa di 13.686,10 euro. Fino a oggi la situazione era però stata congelata. Ora i residenti si augurano davvero che il problema sia risolto, così che l’intero parco sia restituito al quartiere.
Anche perché, se la condizione del parco impedisce di godere a pieno dell’intera superficie, ad aggravare il quadro subentra il potenziale pericolo, dovuto alle recinzioni ormai crollate. Roma H24 ha realizzato un video dove Lorenzo Grassi, attivista dell’associazione ambientalista Osservatorio Sherwood, mostra la gravità della situazione.