di Marco Barbaliscia 

La caduta di un vetro dalla finestra del primo piano e una tragedia solo sfiorata. È successo venerdì 21 gennaio: oggetto del crollo uno degli affacci del parcheggio di via Chiana che, da dicembre 2017, aspetta ancora la definitiva ristrutturazione e riapertura al pubblico. Amedeo Valente, presidente del vicino Mercato Trieste, è stato il primo a dare l’allarme: “Ho chiamato immediatamente i vigili del fuoco e avvisato il Dipartimento e il Municipio”, racconta a Roma H24.

Poi aggiunge: “Il vetro è caduto nell’area di scarico del mercato e solo per pura fortuna non ha colpito nessuno. Un parapetto ha attenuato la caduta e alcuni frammenti del vetro rotto non hanno raggiunto il suolo. Il problema, però, potrebbe riproporsi sulle finestre che affacciano su via Chiana e via Lambro dove il passaggio di persone è continuo”.

“Quello che chiediamo – chiude Valente – è che i lavori inizino al più presto perché c’è un chiaro ed evidente pericolo. La situazione va sbloccata, la comunità aspetta da cinque anni di poter tornare ad utilizzare i 450 posti auto”.

Parking via Chiana: dove eravamo rimasti

Il crollo riporta alla luce il tema dei lavori sul parcheggio. Una vera e propria odissea iniziata nel dicembre 2017 e che qualche mese fa sembrava aver avuto il suo sblocco. Il 29 settembre l’Assemblea capitolina aveva infatti approvato la variazione di bilancio per stanziare le risorse necessarie ai lavori di consolidamento strutturale del garage adiacente al Mercato Trieste. Questi ultimi, come annunciato da Francesca Del Bello (presidente del II Municipio, ndr) “sarebbero dovuti partire a novembre”. Come mai questo stallo?

Valentina Caracciolo, assessora alle Attività Produttive del II Municipio, segue la vicenda dagli albori: “Ho effettuato un sopralluogo il giorno stesso della caduta del vetro e l’area è stata ispezionata, interdetta e messa in sicurezza dai vigili del fuoco”, dice a Roma H24. Poi aggiunge: “Anche il Comune si è recato sul posto”.

L’assessora fa poi il punto sulla situazione: “L’inizio del cantiere è bloccato da un ricorso presentato al Tar da una delle ditte che ha partecipato alla gara d’appalto. Finché il tribunale non si pronuncia, non si può procedere. La situazione – chiude Caracciolo – ha dell’incredibile e a pagarne le conseguenze sono i cittadini e gli operatori del mercato. La mancanza di manutenzione sta rendendo sempre più deteriorato l’edificio e il cantiere deve partire quanto prima”.

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