19 Ottobre 2020 - 19:47 . Trieste-Salario . Cronaca

Nuovo decreto, i ristoratori del quartiere: “È un lockdown mascherato”

Mangiafuoco
Mangiafuoco

Il nuovo decreto è un lockdown mascherato“. I ristoratori del Trieste-Salario hanno le idee chiare. Il 18 ottobre il premier Giuseppe Conte ha disposto ulteriori strette per contenere l’epidemia da Covid-19: tra le misure inserite, figura l’obbligo per i ristoranti di chiudere massimo a mezzanotte, oltre che di far sedere massimo sei persone per tavolo.

Ma che cosa ne pensano gli esercenti del nostro quartiere?

WALTER SFARRA – TAVERNA ABRUZZESE
“L’impatto principale è la paura della gente, è quasi un lockdown spontaneo – spiega il titolare del locale in via Migiurtinia 35 -. Una paura anche giusta, legittima. I ristoranti si stanno svuotando. per questo l’impatto della misura per noi è quasi nullo”

Prosegue Sfarra: “Secondo me il lockdown andrebbe fatto subito, per bloccare la diffusione del virus. È come un malato. Se un malato lo curi subito guarisce, se lo prendi quando è moribondo forse non ce la fai. Questo è quello che pensiamo noi e che è condiviso anche da altri ristoratori e commercianti. Va bloccato tutto per poi riprendere con un rigore maggiore”.

Taverna Abruzzese

CLAUDIO GIORGI – MANGIAFUOCO
“È un coprifuoco mascherato – sentenzia il proprietario del ristorante a via Chiana 37 -. Giovedì ho servito 38 persone, prima ne ospitavo 180! Lei calcoli che io ho 21 dipendenti e, per la paura che è stata indotta, ho dimezzato gli incassi. Meno 70% rispetto alla scorsa settimana. Prevedo delle conseguenze catastrofiche”.

E ancora: “È come essere già in lockdown, vista la paura che c’è. Non ci chiudono, ma è come se lo avessero fatto. Sono arrabbiato, chi potrebbe non esserlo di fronte a queste disposizioni? Il problema è grande e allora si poteva risolvere un po’ prima. Il contagio si è diffuso con le discoteche e la movida. La curva sale e la gente ha paura”.

MARIA LETIZIA PINZARRONE – ACQUA, FARINA E…
Stiamo già morendo. Ieri sera abbiamo avuto quattro persone“. È sconsolata la titolare del ristorante di via Tripolitania 105: “C’è molta paura la gente non si avvicina, non entra. Questa normativa della chiusura a mezzanotte è strana, perché anche se non si chiude presto nessuno si avvicina ai ristoranti. È un lockdown mascherato”.

Prosegue Pinzarrone: “Noi ce la mettiamo tutta, ma a un certo punto i soldi finiscono. Adesso abbiamo fatto un investimento, stiamo cercando di mettere le lampade da esterno per far stare le persone all’aperto. Il governo ha deciso di sacrificare la nostra filiera. Quando c’è stato il primo lockdown, quei pochi ristoratori con dei risparmi da parte li hanno spesi tutto per i dipendenti, e per continuare ad andare avanti, ma adesso questa cosa non c’è più. Non è possibile proprio lavorare in una situazione del genere, c’è un malcontento tra i dipendenti, non si lavora sereni, è una cosa che andrà sempre peggio se non si dà fiducia alla gente”.

LEGGI le norme del nuovo decreto