15 Dicembre 2021 - 11:15 . Trieste-Salario

Morte del maresciallo Eugenio Fasano, il caso arriva a “Chi l’ha visto?”: stasera su Rai 3

Il maresciallo Eugenio Fasano
Il maresciallo Eugenio Fasano

Arriva a “Chi l’ha visto?” il  caso di Eugenio Fasano, carabiniere 43enne del Trieste–Salario morto in circostanze ancora tutte da chiarire il 24 gennaio 2019, dopo aver disputato una partita di calcetto con alcuni colleghi al circolo Antico tiro a volo ai Parioli. Questa sera, mercoledì 15 novembre, andrà in onda su Rai Tre (salvo cambiamenti di scaletta dettati dalla stretta attualità) il servizio realizzato da “Chi l’ha visto?” sul giallo della morte di Fasano, portato alla luce da un’inchiesta di RomaH24 pubblicata il 5 marzo del 2021. La trasmissione, condotta dalla giornalista Federica Sciarelli, inizierà alle 21.20.

Per far luce sul caso i familiari hanno presentato una denuncia che ha portato all’apertura di due diversi fascicoli: uno sul tavolo della Procura della Repubblica, l’altro su quello della Procura militare di Roma. Quest’ultima, però, ha di recente chiesto l’archiviazione e ha inviato tutta la documentazione a piazzale Clodio. Non si spengono dunque le speranze della famiglia Fasano di conoscere, finalmente, la verità sulla vicenda. Di cui si è occupato anche il quotidiano La Repubblica, con un articolo pubblicato il 28 luglio 2021, poi ripreso da diverse testate giornalistiche e dal Tg regionale della Rai.

CASO FASANO, COSA SAPPIAMO FINORA

Eugenio Fasano

Innanzitutto, chi era Eugenio Fasano? Un uomo meraviglioso, devoto al lavoro e alla sua famiglia. Prestava servizio come maresciallo alla caserma dei carabinieri di via Clitunno, nel Trieste-Salario – racconta Teresa Afiero, cognata di Fasano in un’intervista rilasciata a RomaH24 il 6 marzo 2021 –. Era un grande sportivo, amava allenarsi e aveva unindole molto mite. Mai un contrasto, una lite con qualcuno. Colleghi e amici parlavano sempre di lui con grande stima e affetto”.

Due giorni prima di morire Fasano, che ha lasciato una moglie e due bambine piccole, ha disputato una partita di calcetto al circolo Antico tiro a volo di via Vajna, nel quartiere Parioli. Era il 22 gennaio 2019. Il maresciallo – secondo la versione ufficiale – sarebbe stato stroncato da un malore. Questa versione, però, fin da subito non ha convinto i familiari, rappresentati dallavvocato Donato Santoro. Come ricostruito da RomaH24, infatti, Fasano arrivò in ospedale unora e mezzo dopo il presunto malore e con lesioni difficilmente attribuibili ai possibili tentativi di rianimazione avvenuti nello spogliatoio, dove avrebbe perso i sensi. Il referto parla di 12 costole fratturate, lo sterno fratturato, polmone destro perforato da tre costole con emorragia interna, asistolia (mancanza di sangue al cervello), vie respiratorie ostruite da materiale ematico e probabili ingesti”, cioè cibo. Il maresciallo presentava inoltre sulla parte sinistra sul volto segni attribuibili a violenti colpi ricevuti.

Poco tempo prima della partita di calcetto con i colleghi, inoltre, Fasano si era sottoposto a una visita di controllo con relativo ecocardiogramma. Il risultato era stato quello che si aspettava: nessun problema.

Tra gli aspetti poco chiari della morte del carabiniere, che le inchieste dovranno chiarire, c’è anche il “giallo delle ambulanze”. Sì, perché a soccorrere Fasano ne arrivano due. Ma andiamo con ordine: dopo il presunto malore nello spogliatoio, viene chiamato un medico dellArma, e solo successivamente (15,35) viene richiesto lintervento del 118. Che arriva sul posto con due ambulanze, una senza medico a bordo alle 15,44 e laltra con medico a bordo alle 15,46. Le ambulanze ripartono entrambe dal Circolo alle 16,22 e arrivano al Policlinico Umberto I alla stessa ora: le 16,30. E secondo i referti portano lo stesso paziente: paziente ignoto 14801”.

Nelle ore successive alla morte, per quanto è dato sapere, non viene eseguito alcun esame supplementare: lautorità giudiziaria non dispone lautopsia e alla famiglia viene proposta la cremazione del corpo. Proposta che viene respinta.

Ricostruire, una volta per tutte, cosa è accaduto dopo quella partita di calcetto è compito delle inchieste che continuano ad andare avanti. Quel che è certo, invece, è l’affetto sincero del Trieste–Salario nei confronti di Fasano. Il suo quartiere adottivo, infatti, il 22 gennaio 2020 ha piantato un albero in via Aterno in ricordo del maresciallo.

L’albero piantato in via Aterno per Eugenio Fasano

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