“Mi compiaccio di essere frutto di un’eredità storicamente diversa“. In una lunga intervista alla “Gazzetta del Mezzogiorno“, Michele Mirabella racconta la sua vita professionale e non. Lui che, da pugliese doc, dal 1987 abita nel Trieste-Salario, e che è diventato uno dei volti noti della tv italiana. E non oggi, ma in un’epoca ben lontana dalle fortune che ora regalano altri mezzi come i social.

Altro che youtuber. Mirabella afferma con orgoglio di essere ben altro: “Ho avuto la fortuna di vivere il prosieguo della stagione che chiamo ‘gioventù della televisione’ – racconta al quotidiano l’autore e conduttore, protagonista della prima edizione del libro di Typimedia “Trieste-Salario in 100 personaggi (+1)” -. La migliore del mondo, quella della Rai che, a partire dal primo canale, ha fissato la sua impronta nella società moderna. In quelle stanze c’erano personalità quali Umberto Eco, che chiamavo per nome, Sergio Zavoli, Piero Angela, quindi Renato Parascandolo e così via”.

Da anni volto noto di “Elisir“, programma sulla salute in onda sui canali Rai, Mirabella era pronto a tornare anche con un altro progetto che vedeva coinvolti altri pugliesi doc ma romani d’adozione come lui come Lino Banfi e Renzo Arbore: “Era già tutto avviato – confessa -, apparecchiato al sapore di Puglia: prima di improvvisare noi proviamo tanto. Ci ha messo il bastone tra le ruote il Covid-19. Per ora. Vedremo poi”.

Mirabella che intanto continua la sua avventura tv e si gode anche un altro dei tanti premi ricevuti in carriera: il “Mauro Crocetta”, organizzato dalla “Fondazione Mauro Crocetta” in collaborazione con l’Istituto Musicale “Gaspare Spontini” di Ascoli Piceno. Al conduttore è andato il Premio Cultura 2020.

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