19 Febbraio 2022 - 13:01 . Trieste-Salario . Scuola
“Ma che stai sulla Salaria?”. Dopo le polemiche, ribattono i professori del Righi: “Vicenda strumentalizzata, c’è forte malessere in tutti noi”
“Ci dispiace dover constatare che un episodio accaduto in questa scuola, che ha generato un forte malessere in tutti noi, sia stato immediatamente strumentalizzato a livello mediatico, per innalzare in modo inopportuno barricate ideologiche ed evocare oscurantismi estranei alla nostra comunità scolastica”. Comincia così un comunicato dei professori del liceo Righi, quasi una lettera aperta, pubblicato sul sito ufficiale della scuola.
Il riferimento è al clamore suscitato dalla frase pronunciata da una docente a una studentessa che indossava un maglietta che scopriva l’ombelico: “Ma che stai sulla Salaria?” — avrebbe detto la professoressa. Immediata è arrivata la replica dei ragazzi che il 16 febbraio hanno inscenato una protesta davanti all’istituto, alcuni vestendo abiti femminili.
Arriva ora la risposta dei professori: “Con amarezza — continuano — prendiamo atto come questo episodio abbia annebbiato la vista di molti e abbia fatto improvvisamente dimenticare che i docenti di questa scuola, da sempre, nell’ambito delle loro discipline e in particolare nell’insegnamento di educazione alla cittadinanza hanno trasmesso e trasmettono il valore dell’inclusività senza alcuna discriminazione. Per il nostro lavoro, così difficile soprattutto in questi anni segnati dalla pandemia, non ci aspettavamo certo striscioni o un riconoscimento pubblico di portata pari all’attenzione mediatica di questi giorni. Ci sarebbe piaciuto, però, discutere di quanto accaduto insieme ai nostri studenti, in modo costruttivo e equilibrato, nel rispetto dei ruoli e con gli strumenti idonei propri della democrazia scolastica, piuttosto che essere oggetto di un’effimera visibilità mediatica, che genera solo qualche like in più sui social. Ci stupisce che questa grande e massiccia attenzione dei media non sia stata allo stesso modo rivolta a mettere in luce il ruolo complesso e delicato di noi docenti, chiamati quotidianamente a gestire relazioni e a cercare di risolvere situazioni anche problematiche, ad evidenziare criticità e disfunzioni del sistema scolastico, quali aule insufficienti e sovraffollamento, inefficiente organizzazione dei trasporti cittadini con conseguente turnazione dell’orario scolastico, che costringe tutti, docenti, personale Ata e studenti a lavorare e studiare in condizioni di stress, e le famiglie a riadattare l’organizzazione del quotidiano. Ma tutto questo non fa audience. Ci piacerebbe — termina il comunicato — che gli organi di informazione contribuissero a una riflessione seria e costruttiva, piuttosto che comunicare mediante titoli di effetto, trasmissioni televisive, post sui social media, strumentalizzando così e cannibalizzando il nostro liceo”.