11 Maggio 2021 - 5:42 . Nomentana . Sicurezza

Incidenti, spunta una petizione per chiedere dossi in via Nomentana: 3300 adesioni

L'incrocio tra via Nomentana e via di Sant'Agnese
L'incrocio tra via Nomentana e via di Sant'Agnese

Quasi 3300 adesioni in pochi giorni: sono i numeri della petizione lanciata su change.org per chiedere l’installazione di dossi per regolare la velocità su via Nomentana, una strada “nota per il traffico intenso e pericoloso” spiegano i promotori.

La raccolta firme è stata lanciata dopo la tragica morte di Elena Baruti, lo scorso 2 maggio. La studentessa del Giulio Cesare il 29 aprile è stata investita in via Nomentana, all’incrocio con via di Sant’Agnese ed è deceduta dopo cinque giorni di agonia al policlinico Umberto I, a soli 18 anni.

Le dinamiche dell’investimento sono ancora da chiarire, ma per i promotori della petizione una cosa è certa: “Non bastano i semafori, né le strisce pedonali, bisogna agire per regolare la velocità di automobilisti e motociclisti, che spesso si sono visti coinvolti in tragici incidenti purtroppo mortali”.

Prima di Elena, infatti, il 7 febbraio scorso, il 26enne ecuadoriano Luis Andriu Figueroa è morto in seguito a uno scontro tra la sua moto e un’auto, all’incrocio tra via Nomentana e viale Regina Margherita. La ragazza che era con lui, una 25enne romana, era finita all’ospedale in stato di choc.

Un altro dramma, invece, si era consumato il 23 ottobre tra Corso trieste e via Nomentana, con la morte della 38enne Serena Greco, in seguito al terribile impatto tra due motoveicoli e un’auto.

La petizione si può firmare cliccando QUI

Intanto, sono iniziati i lavori per la messa in sicurezza degli attraversamenti su via Nomentana tra Porta Pia e viale Regina Margherita. Lo ha annunciato nei giorni scorsi la presidente della commissione Urbanistica del II Municipio, Valentina Caracciolo.

LEGGI: Il quartiere dà l’ultimo saluto a Elena Baruti: folla ai funerali della 18enne

LEGGI: Elena Baruti, donati i suoi organi: “Un gesto d’amore deciso già due anni fa”

LEGGI: Elena Baruti, la preside del “Giulio Cesare”: “La nostra comunità è rimasta ferita”