“La vicenda di Ughetto è contagiosa. Ci permette di spiegare il dramma della guerra e la resistenza all’occupazione con una storia simbolica, semplice da capire ma potente per la sua drammaticità”. Sono parole commosse quelle che Fabrizio Forno ha dedicato il 5 giugno allo zio Ugo durante la marcia della memoria.

Un gruppo di oltre cinquanta persone, anziani ma anche famiglie con bambini, ha camminato silenziosamente da via Valdarno 6, nel III Municipio, fino al Belvedere dedicato al piccolo eroe della Resistenza romana. È qui che il giovane eroe cadde il 5 giugno 1944 all’età di 12 anni, dopo aver lottato contro le milizie tedesche per salvare il ponte ferroviario.

“Non dobbiamo dimenticare”, ha detto Carlo Caponi, rappresentante della sezione Anpi. “Noi possiamo essere qui liberamente perché ci sono stati partigiani, staffette e combattenti come Ugo Forno. A loro dobbiamo la nostra libertà. Ugo quel giorno sapeva dove erano nascoste delle armi, raduna dei compagni, raggiunge la collina e inizia a sparare per impedire che i tedeschi distruggano il ponte ferroviario. Quanti di noi oggi potrebbero mettere in campo così tanto cuore?”.

A chiusura della manifestazione, Fabrizio Forno ha poi spiegato che entro la fine del 2020 Ferrovie dello Stato sostituiranno il ponte vecchio con uno nuovo: “Abbiamo chiesto – e probabilmente lo otterremo – che un frammento della struttura che Ughetto preservò col suo sacrificio sia lasciato qui a memoria. Andrebbe a rendere più evocativo questo Belvedere e costerebbe pochissimo, dato che comunque il ponte sarà smantellato”.

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