7 Maggio 2020 - 10:13 . Trieste-Salario . Cronaca

I rivenditori di bici elettriche: “Costi e prestazioni, ecco cosa dovete sapere”

“Roma ha perso l’occasione d’oro in due mesi di lockdown per cambiare la propria mobilità su due ruote”. Simone Carbutti, proprietario dello storico negozio di bici Lazzaretti a via Bergamo, sintetizza l’opinione dei maggiori rivenditori del settore a Roma Nord, dal Trieste-Salario, arrivando fino al Flaminio e ai Parioli.

Il progetto del Campidoglio di creare una rete di piste di ciclabili di emergenza per agevolare la cosiddetta mobilità verde nella fase 2 dell’emergenza Covid-19, trova l’appoggio di tutti i commercianti del settore. Ma, secondo Carbutti, si poteva agire prima. “Sarebbe stata l’occasione ideale per mettere a terra linee di segnaletica leggera per dare spazio alle bici – spiega -. Quando si ripartirà il 4 maggio, i mezzi saranno meno fruibili, quindi il trasporto alternativo come quello delle bici diventerebbe fondamentale in molti casi. Il rischio è quello di vedere una città di nuovo congestionata da auto private”.

Secondo gli esperti del settore, quindi, una bici elettrica quindi può davvero far dimenticare le auto. E i vantaggi sono tanti: “La bici in una città congestionata come Roma, dove ci sono spostamenti per andare entro 5-10 km, è il mezzo più veloce – prosegue Carbutti – Il motore elettrico ti permette di non spingere e di avere una buona andatura senza sforzo. Ti permette di fare anche medi o lunghi spostamenti, cosa che una bici normale, anche da passeggio, non ti permette di fare. Anche chi non è allenato, riesce quindi a usufruirne”.

Il costo di partenza è sì più alto di una bici tradizionale, ma i costi di gestione sono gli stessi: “La differenza sta nel motore elettrico. Ma questo garantisce, in buoni prodotti, oltre 500 cicli di ricarica. E andiamo dai 50 km ai 150-170 km di autonomia -chiarisce ancora il proprietario di Lazzaretti -. E poi oggi queste batterie sono controllabili quasi come le auto: con gli appositi macchinari, si può capire quanti cicli di ricarica sono stati effettuati e come è stata utilizzata. Chi ha fatto una prova per abbandonare la macchina, non è tornato più indietro”.

“Negli ultimi trent’anni non si è mai investito sulla mobilità alternativa e sulle ciclabili nella Capitale – aggiunge Alessandro Bianchi, che gestisce Pro Bike a via Alfredo Catalani, uno dei negozi più importanti del settore nel quadrante nord della Capitale – negli ultimi tre anni qualcosa questa amministrazione ha fatto, ma è complicato recuperare trent’anni di immobilità”. Bianchi punta il dito anche contro la mancanza di sicurezza in strada. “Bisogna dare un segnale che Roma possa diventare uno spazio più adatto ai ciclisti – conferma Carbutti – C’è tanta gente che vorrebbe utilizzare la bicicletta ma ha paura di mettersi in strada, perché non si sente tutelata”.

Se rendessero le strade sicure, non servirebbero neanche gli incentivi, perché le bici si comprerebbero da sole”, dice invece Fabrizio Avorio di Bct Roma di piazza Grecia, che fa riferimento a un altro tema chiave, quello dei bonus per favorire l’acquisto di biciclette, soprattutto elettriche. Il governo, nelle ultime settimane, ha infatti pensato a un incentivo di 200 euro per l’acquisto di biciclette, hoverboard e monopattini proprio per favorire questo tipo di spostamenti nella fase 2 dell’emergenza Coronavirus.

“Tutte le azioni per incentivare l’acquisto di bici sono ben accette – conferma ancora Carbutti -. 200 euro su una bici a pedalata assistita, elettrica, è un buon inizio”. Anche perché parliamo di mezzi che, rispetto ad una bicicletta normale, hanno costi superiori: “Per un buon mezzo partiamo dai 1000-1500 euro“, dice Bianchi. Prezzi alti, vero, ma in una città con diversi saliscendi come Roma, sono l’ideale. “Roma è una città perfetta per andare in bici. È vero che non è piatta, ma oggi con le bici elettriche si va ovunque”, afferma Avorio. Gli fa eco Carbutti: “Quello di non essere una città piatta e difficile per chi va in bici è un falso problema. L’elettrico oggi ti permette di andare al lavoro senza problemi, anche in giacca e cravatta”.

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