21 Giugno 2018 - 13:24 . Trieste . Cultura
Giornata del rifugiato, la serata-evento al Parco Nemorense con Be Pop
“In quella nave eravamo novantasette e gli ultimi non volevano entrare. Moriremo – gridavano- affonderemo. E gli scafisti li minacciavano con le armi, costringendoli a entrare. Quando erano tutti dentro abbiamo guardato il mare e in faccia la morte”. Così, con una voce fuori campo, registrata è iniziato il sesto appuntamento di Be Pop!, la manifestazione di eventi organizzata dal caffè Nemorense, dalla cooperativa Barikamà in particolare, la società che gestisce il caffè offrendo lavoro a persone in difficoltà al fine di integrarle. La promessa di parlare di grosse tematiche attuali in modo leggero e per l’appunto “pop”, nonostante questo inizio irruento, però è stata mantenuta. Dopo una breve presentazione della rassegna che, come hanno raccontato gli organizzatori, sta avendo una grande partecipazione e i saluti di Francesca del Bello, presidente del Municipio II che patrocina la kermesse, è cominciato il dibattito sul grande tema della migrazione, in occasione della Giornata del rifugiato.
La discussione ha toccato molti temi: la solidarietà e la sua criminalizzazione, il fenomeno della migrazione e la reazione delle istituzioni.
“Le istituzioni e soprattutto la sinistra – spiega il conduttore Diego Bianchi, meglio conosciuto come Zoro – non hanno saputo rispondere alla questione dei migranti. Non sono state date risposte, ma solo discorsi senza senso. Esclusi i presenti”. “Ah ma io non mi offendo mica. Scalfari ha detto che io ormai sono solo un rimasuglio dei radicali”, scherza la senatrice Emma Bonino. Ed eccola, quella atmosfera “pop”, che esce fuori al cento per cento.
“Non ho la pretesa di trovare la soluzione al problema dei migranti. Ma l’Europa deve dare delle risposte. E io voglio provare a tirare almeno qualche filo e vedere che succede”, conclude la senatrice. Il suo progetto di sensibilizzazione si chiama “Welcoming Europe” e ha l’obiettivo di creare passaggi sicuri, garantire giustizia alle vittime di abusi e dire basta al reato di solidarietà. Ma cosa è questo reato di solidarietà? A spiegarlo è padre Zerai, candidato al premio Nobel per la pace nel 2015 che qualche tempo fa si è visto consegnare un avviso di garanzia dalla procura di Catania per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. “Un tempo in Italia c’era il reato di omissione di soccorso. Adesso c’è il reato di soccorso?”. Zerai ci scherza su, ma torna subito serio. “C’è un grande bisogno di tornare alla legalità e alla giustizia. Serve per salvare la nostra dignità e la democrazia. Serve garantire i diritti ai deboli e non che ci sia un debole diritto”, conclude con un sorriso.
Per qualcuno degli ospiti è la politica per prima a doversi fare avanti. Per altri ognuno di noi può iniziare a fare qualcosa. La scrittrice Elena Stancanelli invece, che ha letto le ultime due pagine di Frontiera, il libro di Alessandro Leogrande, sostiene che bisogna ricominciare dalle parole. Smettere di usare parole negative per descrivere il fenomeno della migrazione. “L’unica parola rimasta positiva per tutti – scherza la scrittrice – è kebab”. Affrontare il tema della migrazione non è semplice. Ci sono tante domande, tanti nodi da sciogliere e per ora poche soluzioni. Ieri però Be Pop! ha raggiunto il suo obiettivo. Parlare di un argomento così attuale e difficile senza essere impegnativo. Assolutamente pop.