4 Maggio 2020 - 13:00 . Trieste-Salario . Cronaca

Fase 2 al via, ma non per tutti. L’appello del clown Yari: “Noi artisti, invisibili allo Stato”

Yari nello show del primo maggio
Yari nello show del primo maggio

Non per tutti la Fase 2 significa il ritorno al lavoro. Le faq del governo sono chiare: “Sono sospese tutte le manifestazioni organizzate nonché gli eventi in luogo pubblico o privato”. Sine die. Ecco, c’è un popolo sconosciuto ai decreti del presidente del Consiglio dei ministri. Sono gli artisti di strada, sono le donne e gli uomini che lavorano – perché il loro è un lavoro – sui marciapiedi. Anche quelli del nostro quartiere. Chi si sta facendo portavoce delle loro necessità – anzi, della loro sopravvivenza – è un ragazzo romano di 30 anni, Yari Croce.

Yari nello show del primo maggio

Nato e cresciuto a Monteverde, Croce è divenuto noto durante la quarantena della Fase 1 per i suoi show improvvisati, quasi sempre nei panni di un clown, nel condominio del Trieste-Salario. Quello di via Agri 17. Era lì che risiedeva assieme alla fidanzata Giovanna. In occasione del primo maggio, Croce si è esibito in uno show particolare. Ha passeggiato in cortile ammanettato. Un’evidente forma di protesta. Il messaggio forte di chi si sente dimenticato.

Poi, Yari ha letto un discorso, di cui RomaH24 pubblica il passaggio chiave (ma nel video che Croce ha spedito alla nostra redazione, lo potete ascoltare integrale): “L’arte è indispensabile ai nostri cuori, ve l’ho dimostrato. Invece siamo diventati invisibili agli occhi dello Stato. Non voglio fare pena a nessuno, ma questa situazione mi ha comportato duemila euro di debiti e duemilaseicento euro di lavori persi. E non mi sono arrivati aiuti neanche i buoni spesa dello Stato. Continuerò però sicuramente a farvi ridere, a farvi emozionare. Perché io vivo di questo”.
Il discorso del clown è terminato con un’ultima richiesta al condominio. Non si è trattato di soldi. “Adesso farò un ultimo giro in cortile – ha aggiunto Yari – e vi chiedo un unico favore: quello di sorridere, per abbattere la tristezza che mi circonda”.

Croce ha poi ringraziato i condòmini – è stato il suo pubblico – che lo hanno applaudito nei 54 giorni di lockdown: “Siete stati indispensabili per me. Indispensabili come l’aria”. Il sipario del clown di quartiere è calato così.