12 Agosto 2020 - 8:38 . Trieste-Salario . Cronaca

Ecco cosa resta del campo rom sull’Olimpica dopo lo sgombero dell’11 agosto. Foto

Macerie e detriti nel campo nomadi dell'Olimpica
Macerie e detriti nel campo nomadi dell'Olimpica

Macerie e rifiuti. E ancora: effetti personali, vecchie biciclette arrugginite e qualche pupazzo abbandonato nella fretta di andare via. Il day after del campo nomadi raso al suolo ieri, 11 agosto, è un ammasso di lamiere, roulotte sfondate e ricordi sparsi a terra. Le ruspe hanno iniziato a lavorare intorno alle 12 di martedì mattina e sono andate avanti fino a sera.

Le baracche rase al suolo dalle ruspe

A distanza di poche ore il vecchio insediamento – esisteva a via del Foro Italico dal 1991 – è irriconoscibile. Tanto che sullo sfondo ora, verso l’ansa del Tevere, si può vedere a occhio nudo una parte della discarica abusiva. La pericolosità di questo sito ha spinto il Campidoglio a sgomberare il campo. I fuochi che quasi quotidianamente si accendevano nel campo avevano provocato un’ondata di proteste sempre più crescente tra la popolazione del vicino quartiere Trieste-Salario. “Se scoppiasse un incendio sarebbe troppo. L’area va bonificata”, ha spiegato Marco Cardilli, vice capo del Gabinetto della sindaca Raggi con delega alla sicurezza.

La Polizia locale presidia l’area

Le sole baracche ancora in piedi nel campo sono alcune in prossimità dell’Olimpica: “Qui un piccolo gruppo di dodici persone fragili – anziani, malati e donne – resteranno ancora per circa due settimane in attesa che gli venga assegnata una casa popolare. Sono persone che ne hanno diritto”, ha detto la presidente del II Municipio Francesca Del Bello.

Le baracche rimaste in piedi ospitano i nomadi in attesa di una soluzione abitativa

La bonifica della discarica si protrarrà a lungo comunque. Ama deve ancora quantificare i tempi e le modalità di intervento, perché questa operazione non rientra nel contratto di servizio con Roma Capitale, ma va gestita a parte. Nel frattempo l’area sarà presidiata dagli agenti per impedire nuovi accessi ai moduli abitativi.

Il campo nomadi raso al suolo dalle ruspe