13 Aprile 2022 - 18:17 . montesacro . Cronaca
“Disegnate l’inferno con i nomi dei compagni che volete morti”: denuncia di una rappresentante d’istituto
Choc in una scuola elementari del nostro Municipio, la Carlo Levi. A raccontare la vicenda ai microfoni della trasmissione radiofonica “Gli Inascoltabili” in onda su New Sound Level fm90 è Tiziana Cagnazzo, presidente del consiglio d’istituto della scuola. Che ha raccontato di un’insegnante che, a causa dei suoi problemi psichici, avrebbe aggredito verbalmente un bimbo disabile. Non solo: la donna avrebbe anche fatto disegnare ai bambini simboli massonici alla lavagna e scrivere i nomi dei compagni che avrebbero voluto vedere morti.
Una situazione che, secondo quanto ha riferito Cagnazzo, andrebbe avanti già da diversi anni. Tanto che i genitori si sono rivolti alle forze dell’ordine. “Siamo venuti a conoscenza della vicenda grazie alla prontezza dell’insegnante dell’ora successiva che appena entrata in classe ha visto questi simboli assurdi e li ha fotografati – ha spiegato la presidente del consiglio d’istituto –. Ho provato a parlare con l’assessora alla Scuola del III Municipio, Paola Ilari e con altri presidenti del consiglio d’istituto, perché questa vicenda è assurda”.
L’amministrazione segue da vicino la vicenda. La conferma arriva da Claudia Pratelli, assessora alla Scuola di Roma Capitale: “Sono vicina e attenta alle preoccupazioni espresse dalle famiglie degli studenti e delle studentesse dell’Istituto comprensivo Carlo Levi che, per voce della loro rappresentante, hanno denunciato il comportamento di un’insegnante che minerebbe la serenità del contesto educativo. L’insegnante, da quanto si apprende, avrebbe aggredito un bambino con disabilità”.
È chiaro – aggiunge nella nota – “che se le accuse dovessero essere confermate, ci troveremmo di fronte a una situazione molto grave. Le scuole devono essere il luogo in cui costruiamo l’inclusione, educhiamo alla cooperazione, al dialogo e al rispetto reciproco. Uno spazio in cui tutte e tutti i bambini hanno il diritto di esprimere a pieno la propria personalità, sviluppare le proprie aspirazioni e competenze”.
Spetta al corpo docente – chiude – “promuovere e assicurare le condizioni perché ciò avvenga. Com’è noto all’interno delle scuole statali non vi è diretta competenza dell’assessorato alla scuola, né comunale e né municipale, ma è ovviamente interesse di tutti i livelli istituzionali che nella nostra città non siano tollerate situazioni di questo tipo. Sono sicura che l’Ufficio Scolastico Regionale è già al lavoro sul tema e mi impegno, come fatto anche in passato, a sollecitarlo affinché venga fatta apposita e approfondita indagine”.