10 Giugno 2020 - 15:19 . Trieste-Salario . Cronaca

Dal Trieste-Salario a Prati, così i bambini si riprendono le aree giochi

Parco don Baldoni
Parco don Baldoni

I bambini si riprendono i giochi. È quello che sta accadendo sempre più spesso in tutta la città, da Prati al Trieste-Salario, fino alle periferie. Anche se, ufficialmente, le aree ludiche sono ancora chiuse. Il motivo? Secondo le linee guida contenute nell’ultimo Dpcm del 17 maggio, i gestori dovrebbero assicurare il massimo contenimento dei rischi di contagio da Covid-19 con «specifiche attività di manutenzione e di controllo periodico, oltre che di pulizia e verifica periodica delle condizioni igieniche degli arredi e delle attrezzature».

Parco don Baldoni

Tradotto: il dipartimento Ambiente del Campidoglio, per poter riaprire le giostre, dovrebbe predisporre un preciso piano di intervento di pulizia e igienizzazione, approfondita e frequente, delle superfici toccate dalle persone. Un piano che, come ammesso dalla sindaca, «non può essere attuato nell’immediato». I bambini però non sono avvezzi al linguaggio della burocrazia e quando vedono un castello, un’altalena o uno scivolo il richiamo è forte. Così, da piazza Prati degli Strozzi a largo don Baldoni, è partita la corsa alle aree ludiche.

Bambini alla conquista dei giochi perduti e genitori dubbiosi se richiamarli – l’ordinanza della sindaca vieta questa attività – o lasciarli giocare. “I nastri erano volati via da tempo o qualcuno li aveva strappati”, spiega Paolo P., un genitore a parco don Baldoni. “Ora è davvero difficile dire ai nostri piccoli di rinunciare a salire sull’altalena. Sicuramente anche l’abbassamento della curva di contagi ha fatto rilassare un po’ di più noi famiglie. A casa però la regola resta la stessa: lavarsi subito le mani e cambiarsi i vestiti.