23 Febbraio 2021 - 11:29 . Trieste-Salario . Cronaca

Da cinema a caffetteria: così il multisala Lux si reinventa per affrontare la crisi

Il Lux oggi, ai tempi del Covid. L’atrio si è trasformato in bar e punto di ritrovo per chi ha bisogno di uno spazio per studiare, lavorare o vedere un amico davanti a un cappuccino
Il Lux oggi, ai tempi del Covid. L’atrio si è trasformato in bar e punto di ritrovo per chi ha bisogno di uno spazio per studiare, lavorare o vedere un amico davanti a un cappuccino

Il multisala Lux si reinventa per affrontare la crisi. Lo storico cinema del Trieste-Salario ha infatti trasformato l’atrio in bar e punto di ritrovo per chi ha bisogno di uno spazio per studiare, lavorare o vedere un amico davanti a un cappuccino.

Prima della pandemia, il bar del cinema offriva semplicemente pop corn e coca cola. Oggi, invece, è una caffetteria vera e propria, aperta dalle 8 alle 15. Ma il Lux è solo l’ultimo di un lungo elenco di esercizi del quartiere che hanno scelto di reinventarsi per non soccombere alla crisi scatenata dal Covid. Come si legge in “Trieste-Salario Lockdown. Il fotoracconto del quartiere nei settanta giorni che hanno cambiato la storia” (Typimedia Editore), infatti, la resilienza dei commercianti, che hanno riconvertito la propria attività per sopravvivere, è stata uno dei tratti distintivi della pandemia nel nostro quartiere.

E a loro si è aggiunto anche Pierluca Sforza, gestore del Lux di via Massaciuccoli. Sforza ha trascorso una vita nei cinema, iniziando a lavorare come cassiere, fino a diventare direttore e oggi socio del gruppo “Cinema di Roma” che, oltre al Lux, gestisce altri tre multisale in città.

L’interno del Lux

Sforza, come è nata l’idea di adibire il cinema ad attività di ristorazione?
“Molti clienti ce lo hanno chiesto. L’abbiamo fatto in accordo col Municipio. Abbiamo voluto rimanere vicini alla nostra clientela e offrire questo spazio, che è molto grande. Ci sono anche i tavoli all’aperto. Nei giorni in cui piove e fa freddo, le persone possono stare all’interno distanziate. E venire al cinema per studiare, lavorare o semplicemente prendere un caffè e chiacchierare con un amico. È anche un modo per dare lavoro a dei ragazzi che altrimenti avremmo dovuto mettere in cassa integrazione. E allo stesso tempo teniamo viva l’attenzione sul cinema, sul territorio, sul quartiere e diamo un servizio in più”.

Che riscontro sta avendo tra i clienti?
“Il riscontro è ottimo, chi già conosceva il Lux viene a prendere un caffè, a fare colazione o a fare una chiacchierata con noi. Ormai ci conoscono da tanti anni, essendo il personale lo stesso del cinema”.

E quando i cinema potranno riaprire cosa pensate di fare?
“Il bar rimarrà aperto la mattina negli orari extra-spettacoli. Potremmo anche fare delle proiezioni mattutine in concomitanza con l’attività di ristorazione”.

La crisi ha colpito duramente il settore, i cinema sono chiusi da mesi. I ristori dello stato sono stati adeguati?
“Direi di no. Ci dobbiamo adattare, perché sono problemi che hanno tutti i settori. Noi gestori di cinema ne risentiamo maggiormente perché siamo completamente chiusi. Dall’8 marzo a oggi abbiamo aperto solo due mesi, quindi incassato 0. Sono preoccupato anche per i nostri lavoratori, che hanno famiglie e sono in cassa integrazione”.

Cosa si aspetta per il mondo del cinema dopo questo periodo?
“Per quanto riguarda il futuro, sono molto positivo e speranzoso. Non dico che spero di aprire il prima possibile, bensì di farlo quando la gente vorrà tornare volentieri al cinema. È inutile andare agli spettacoli sospettosi, con la paura di contagiarsi. Bisogna tornare al cinema per rilassarsi: è un modo per intrattenersi e socializzare. E siamo sicuri che il pubblico, bloccato a casa per tanti mesi, quando l’epidemia sarà passata avrà voglia di tornare in sala”.

Avete anche aderito alla campagna del pasto solidale.
“Sì e sta avendo molto successo. Abbiamo raccolto questo invito del Municipio. Chi viene a prendere una consumazione spesso lascia uno, due, tre euro per il prossimo, e così noi offriamo un caffè, un cornetto o un tramezzino a chi ha bisogno. È un bel segnale di solidarietà da parte del quartiere”.

Quando il Lazio è passato in zona arancione come vi siete comportati?
“Abbiamo dovuto chiudere, visto che non facciamo vendita da asporto o a domicilio. Pertanto abbiamo deciso di donare in beneficenza i prodotti alimentari dei nostri bar. Il circuito dei nostri cinema si è accordato con alcune associazioni del territorio, come Sant’Egidio, per distribuire gli alimenti fermi in magazzino. Abbiamo donato snack, bevande e dolciumi, ma anche acqua, olio, pane e mais”.