21 Ottobre 2020 - 8:42 . Trieste-Salario . Cronaca

Crisi del commercio, ecco la ricetta dell’esperto (che vive all’Africano) per superarla

Non accenna a placarsi la profonda crisi economica, scatenata dal Coronavirus, che attanaglia le attività di tutta la città, compreso il Trieste-Salario. Secondo Confcommercio Roma – associazione di imprese del Commercio, del Turismo, dei Servizi e delle Attività Professionali – in tutto si contano chiusure per il 40% dei negozi a partire da marzo: il 25% nel centro e il 15% nel resto della città.

Mentre sono 25 mila i negozi che rischiano la stessa sorte da qui a fine anno. Più colpite le vie dello shopping, senza distinzione tra quartieri.

Ma come si può affrontare la crisi senza esserne travolti? A svelare la ricetta è Luigi Morva, Ceo della società Brand Builder, che si occupa di consulenza aziendale a 360° per le grandi, piccole e medie imprese, anche all’estero. Barese di origine, Morva viene da un’esperienza di vent’anni nel mondo delle multinazionali, e vive nella zona dell’Africano.

Luigi Morva

“Quello che sta accadendo al tessuto economico del quartiere e di Roma è una variabile competitiva permanente – esordisce -. Cioè, la crisi va vista come un nuovo competitor che limita le attività, riducendo gli utili e aumentando la difficoltà del lavoro. Bisogna conviverci con estrema serenità”.

Quali sono le accortezze che un imprenditore deve adottare? “Qualsiasi sia il fatturato dell’azienda, la crisi non guarda le dimensioni. Colpisce tutti – spiega Morva -. La prima cosa è mettersi a tavolino e guardare i costi, riducendo tutte le spese superflue o comunque tutto ciò che si può tagliare. La seconda, e in molti l’hanno già fatta, è mettere il cliente al centro del business, come Amazon. Che significa? Io esercente vado dal cliente e non viceversa. Va costruito un panel di compratori abituali e indirizzare a loro delle azioni di promozione, come il delivery, l’ecommerce e le vendite online. C’è da dire però che i grandi player, come Deliveroo, sono costosi, anche se portano dei benefici e sicurezza. E questo influisce sul fatturato. Così ci si può organizzare singolarmente per le consegne a domicilio. Per questo si può attingere ai fondi regionali ed europei a cui si può accedere”.

Morva conclude il suo vademecum con un terzo punto: “Cogliere l’importanza di consorziarsi. Che non è associarsi. È un rappresentare, tra competitor, un unico interlocutore per raggiungere obiettivi comuni – dice -. Come aumentare la propria visibilità nel quartiere, incrementare la forza contrattuale nei confronti dei fornitori, interagire tutti insieme con la pubblica amministrazione per ottenere vantaggi competitivi. Nel consorzio la dimensione fa la differenza. Bisogna intraprendere azioni comuni per il bene di tutti”.