22 Aprile 2020 - 13:00 . Trieste-Salario . Casa

Credito d’imposta per le attività che hanno pagato il canone di locazione: Malerba spiega cosa dice il decreto Cura Italia

Abitare in un quartiere come il Trieste-Salario è considerato da molti un privilegio. In un territorio così benestante, però, comprare o vendere casa può rivelarsi davvero complicato. Perché è un processo lungo e tortuoso, in cui spesso non si sa bene che cosa si deve fare.

Come comportarsi, allora? Una buona mossa può essere sicuramente quella di affidarsi a Pietro Malerbal’agente del Trieste-Salario. La Malerba Immobilare, con sede in via del Giuba 13-15, grazie al suo rapporto direttissimo con il cliente, garantisce un’assistenza a 360° in ogni singolo processo, prima e dopo la compravendita.

Ma cosa cambia – nel nostro quartiere così come in tutta Italia – nel mercato immobiliare, in un momento di grande crisi nazionale a causa del Coronavirus? Pietro cerca di fare chiarezza sulla situazione dei crediti d’imposta.

Pietro, il credito d’imposta in che modo si inserisce nel nuovo decreto del Governo?
“Per quest’anno, l’articolo 65 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18 – cosiddetto “decreto Cura Italia” – prevede a favore delle attività, soprattutto di ridotte dimensioni, un credito d’imposta pari al 60% del canone di locazione di negozi e botteghe – immobili appartenenti alla categoria catastale C/1 – pagato al mese di marzo 2020″.

Per chi è rimasto chiuso causa Coronavirus, quindi.
“Esattamente. Questo bonus costituisce un risarcimento parziale della spesa sostenuta dal commerciante al dettaglio per la locazione di un locale rimasto inutilizzato a causa dell’emergenza epidemiologica”.

E a chi spetta?
“Per accedere al beneficio occorre essere titolari di un’attività economica di vendita di beni e servizi al pubblico, sospesa a seguito delle misure restrittive anti-Coronavirus, oltre a essere gli intestatari del contratto di locazione del negozio per il quale si chiede l’agevolazione”.

Cambia qualcosa tra le attività cosiddette essenziali e non essenziali?
“Il credito d’imposta è riservato, naturalmente, alle attività ritenute “non essenziali” e, quindi, sottoposte alla chiusura “forzata”, mentre sono escluse le attività che, in quanto “essenziali”, non hanno sospeso il servizio, come le farmacie, parafarmacie e i negozi di generi alimentari di prima necessità”.

Di queste attività non essenziali, c’è chi rimane comunque escluso dal bonus?
“Preciso che l’agevolazione è circoscritta alle locazioni di botteghe e negozi, sono cioè esclusi i contratti che prevedono, oltre alla disponibilità dell’immobile, altri beni e servizi, come i contratti di affitto di rami d’azienda o altre tipologie contrattuali riguardanti i rapporti tra proprietario e locatario per i locali a uso commerciale”.

Da quando è possibile beneficiarne? E come?
“Dallo scorso 25 marzo. Il credito d’imposta può essere utilizzato soltanto in compensazione tramite il modello F24, da presentare esclusivamente attraverso i servizi telematici dell’Agenzia delle entrate. “6914” è il codice tributo, istituito con la risoluzione n. 13 del 20 marzo 2020, che gli operatori dovranno esporre nel modello di pagamento per usufruire del bonus”.

Sul blog della Malerba Immobiliare, è possibile anche scoprire tutti i dettagli riguardo le detrazioni sulle spese d’affitto.

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