13 Maggio 2020 - 13:00 . Trieste-Salario . Casa

Covid-19 e affitti: Malerba fa chiarezza sull’obbligo di pagare i canoni

Abitare in un quartiere come il Trieste-Salario è considerato da molti un privilegio. In un territorio così benestante, però, comprare o vendere casa può rivelarsi davvero complicato. Perché è un processo lungo e tortuoso, in cui spesso non si sa bene che cosa si deve fare.

Come comportarsi, allora? Una buona mossa può essere sicuramente quella di affidarsi a Pietro Malerbal’agente del Trieste-Salario. La Malerba Immobilare, con sede in via del Giuba 13-15, grazie al suo rapporto direttissimo con il cliente, garantisce un’assistenza a 360° in ogni singolo processo, prima e dopo la compravendita.

Ma cosa cambia – nel nostro quartiere così come in tutta Italia – nel mercato immobiliare, in un momento di grande crisi nazionale a causa del Coronavirus? Pietro cerca di fare chiarezza sulla situazione degli affitti e dell’obbligo di pagamento dei canoni.

“Da parte dei locatari, ossia chi paga l’affitto – spiega Malerba – si sostiene il diritto all’esclusione del canone per la mancata utilizzazione dell’immobile. Secondo i locatori, invece, la temporaneità della situazione non legittima l’esclusione nel pagamento. C’è chi prospetta la risoluzione del contratto o la riduzione, su accordo, del canone. Altri sostengono il diritto alla riduzione dell’importo in relazione alla diminuita fruibilità dell’immobile (occupato ma non usato). Il sentimento comune porterebbe a parteggiare per il contraente, apparentemente danneggiato”.

E ancora: “Si tende ad addebitare l’onere della situazione al locatore. Dimenticando però gli oneri
dell’acquisto, l’imposizione fiscale, la perdita di valore e di redditività verificatasi in questi anni, i costi di manutenzione e di adeguamento”.

E per quanto riguarda la soluzione giuridica? “Questa risulta essere riferita alla “temporaneità” dell’emergenza sanitaria – prosegue Malerba -. Il rischio e le conseguenze dell’emergenza vengono ripartite diversamente e, pertanto, rimangono a carico del conduttore come rientranti nel rischio di impresa. Al contrario, le conseguenze definitive (si pensi alla distruzione dell’immobile per terremoto o alluvione) rimangono a carico della proprietà.

Ma c’è anche un’altra via. “Oltre alla soluzione giuridica – chiosa Malerba – c’è quella in cui le parti possono sempre ricorrere ad accordi amichevoli che tengano conto dell’emergenza e delle reciproche posizioni. Tuttavia, ciò è lasciato alla sensibilità singola di ognuno”.

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