3 Maggio 2022 - 7:28 . Trieste-Salario . Cronaca

Corso Trieste, ultimato il ciclo di endoterapia sui pini. I comitati: “Ora l’ancoraggio e nuove piante”

Il bollino blu posto sui pini di corso Trieste trattati con l'endoterapia (Foto dal profilo Facebook di 'Salviamo i pini di corso Trieste')
Il bollino blu posto sui pini di corso Trieste trattati con l'endoterapia (Foto dal profilo Facebook di 'Salviamo i pini di corso Trieste')

di Marco Barbaliscia 

Monitoraggio, cura, nuove piantumazioni. Continua il lavoro del Servizio Giardini e dell’amministrazione locale sulle alberate del nostro territorio. Il mese di aprile ha visto le squadre del verde occuparsi principalmente dei pini del quartiere attaccati dalla cocciniglia, un insetto che ne mette a rischio la sopravvivenza.

Il Campidoglio ha infatti stanziato circa 5 milioni di euro per trattare i pini della capitale con l’endoterapia, un trattamento fitosanitario (per la cura delle piante) per combattere e debellare la cocciniglia. La primavera è la stagione adatta per iniziare il ciclo di cure e le operazioni stanno riguardando anche il II Municipio. Dopo il lavoro svolto sugli alberi di Villa Ada, il Servizio Giardini si è occupato dei pini che si trovano lungo le strade.

Pini di corso Trieste, terminato il ciclo di endoterapia

Emanuela Migheli, portavoce del comitato ‘Salviamo i pini di corso Trieste’, segue da vicino la vicenda: “Durante l’ultima settimana di aprile i pini di corso Trieste e viale Eritrea hanno ricevuto la seconda dose di endoterapia”, dice a Roma H24. La conferma arriva dal bollino blu (apposto con uno spray naturale e non dannoso per le piante, ndr) che si può notare sui tronchi delle piante: “Il Servizio Giardini sta procedendo celermente su tutto il quartiere”.

Sono infatti diversi i pini del Trieste-Salario sui quali è stato completato il ciclo di endoterapia. “I lavori sono iniziati sulle piante di Villa Ada e parco Nemorense. Sono poi stati fatti i pini di via di Villa Ada, piazza Verbano e via di Villa Chigi”, continua Migheli. Che precisa: “Come comitato siamo molto contenti del risultato. La speranza è che il lavoro sia stato svolto a regola d’arte anche sui pini più giovani e dal tronco più sottile”.

L’endoterapia è un trattamento che prevede l’immissione nel tronco del pino di un siero, contenuto in un sacchetto: “Il foro per inserire il farmaco deve essere adeguato per permettere allo stesso di raggiungere il midollo dell’albero. Da lì poi la pianta trasporta il siero sino alla chioma, in modo che la copertura sia totale”, precisa la volontaria.

I prossimi interventi sui pini

Un primo passo importante è stato quindi compiuto, ma tanto resta da fare. L’attenzione del comitato riguarda in primis l’imponente alberata di corso Trieste. Un viale di pini che si protrae da via Nomentana sino a piazza Gondar, ancora da ripristinare e da far tornare alla radiosità di un tempo: “La prima cosa è rimuovere le ceppaie dei pini tagliati e abbattuti”, ricorda Migheli.

Che aggiunge: “Tutti i pini rimasti in corso Trieste hanno ora un buon indice di stabilità. I recenti monitoraggi li hanno classificati a rischio moderato di caduta. Su queste piante c’è una delibera dell’assessorato all’Ambiente del Comune di Roma che indica di procedere all’ancoraggio. Come comitato abbiamo nuovamente richiesto un incontro ufficiale con Sabrina Alfonsi (assessora all’Ambiente al Campidoglio, ndr) per capire quando partirà effettivamente il programma di messa in sicurezza e di piantumazione dei nuovi pini”.

Un progetto per i pini di corso Trieste

Pensieri e parole condivise anche da Andrea Rollin, presidente della Commissione Ambiente al II Municipio e che ha richiesto ufficialmente un incontro all’assessora Alfonsi. “Va stabilito un piano d’azione completo che preveda quanti nuovi pini piantare, e su quanti, invece, eseguire opere di ancoraggio”. Poi chiude: “Gli alberi devono essere a una certa distanza gli uni dagli altri per contrastare la diffusione dei parassiti e degli insetti come la cocciniglia”.

La speranza è che entro l’anno possano essere messi a dimora circa venti nuovi pini sull’intera alberata. Il numero è inferiore rispetto a quelli tagliati negli ultimi tempi, ma almeno le piante avranno più spazio per crescere: “I pini sono alberi sicuri e belli da vedere”, precisa Migheli. “Vanno sfatate le voci che sono piante più pericolose di altre”.