28 Giugno 2018 - 9:39 . Trieste . Cronaca

Corso Trieste, parla l’architetto: “I residenti sponsor contro il degrado”

Come riqualificare Corso Trieste? Come coniugare natura e arredo urbano? Come camminare sullo spartitraffico che si sviluppa da via Nomentana a piazza Istria senza pestare l’erba alla base degli storici pini del viale? Andrea Spera – casa a corso Trieste e studio in via Po – è un architetto ed è uno dei fondatori del comitato “Amo Quartiere Trieste“. Un anno fa, propose al II Municipio la sua ricetta per restituire dignità a quella che, nell’intervista a RomaH24, definisce “la spina dorsale del quartiere”. Non se n’è fatto più nulla, mancavano i fondi. Spera ha un’idea: “A finanziare il progetto potrebbero essere gli abitanti stessi”.

Qualcosa però sembra essersi sbloccato. Vitaliano Biondi, architetto che fa parte dello staff di Pinuccia Montanari, assessore alla Sostenibilità ambientale del Comune di Roma, ha incontrato i rappresentanti dell’associazione proprio sul progetto di riqualificazione, che ha riscontrato l’apprezzamento del Campidoglio. Le parti si dovrebbero incontrare prossimamente sul viale, per un sopralluogo che posso mostrare la realizzabilità di un’idea certamente più economica rispetto ad altri tipo di interventi.

Nel rendering dell’architetto – e che RomaH24 vi documenta – sono previsti tappeti erbosi ben curati, alternati a gruppi di graminacee – “sono a bassissimo consumo di acqua”, dice Spera – e percorsi pedonali che corrono parallelamente alla strada. Alberi, panchine e meridiane restano intatti. L’effetto è quello di un’isola verde nel mare di asfalto di corso Trieste. “In questo modo – racconta l’architetto – lo spartitraffico diventerebbe un’area di sosta”. Restituendo a corso Trieste quel pregio estetico che negli anni è andato via via scemando. Per incuria.

La soluzione per portare il progetto dalla carta alla realtà potrebbe essere trovata direttamente sul territorio: “Stiamo cercando degli sponsor – dice l’architetto -, potrebbero essere i negozianti. O gli inquilini stessi. In fondo – spiega – il valore dei nostri immobili si apprezza, se migliora la qualità dell’arredo urbano circostante. Ogni condominio adotterebbe un tratto di verde. Non solo. Mettendoci dei soldi propri, i residenti starebbero certamente più attenti a non sporcare. E soprattutto, a non far sporcare”.

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