22 Febbraio 2020 - 9:51 . FuoriQuartiere . Cronaca

Coronavirus, sono venti i casi in Italia. Mascherine introvabili nel Trieste-Salario

Allarme coronavirus. Salgono a venti i casi di contagio nel Paese, uno sospetto al Grassi di Ostia. Si tratta di una donna romana, con febbre alta e polmonite, trasferita ieri pomeriggio (21 gennaio) allo Spallanzani. La paziente avrebbe avuto contatti con una nonna e il nipotino rientrati in Italia dalla Cina verso metà gennaio. Intanto, nel Trieste-Salario, le mascherine anti-virus risultano esaurite. La psicosi da virus cinese ha contagiato anche i rifornimenti delle protezioni mediche e negli ultimi giorni si è registrato un vero e proprio assalto da parte di chi, preoccupato per il contagio mondiale, ha voluto acquistare i prodotti sanitari.

Ma servono davvero? O meglio, vengono utilizzate nel modo giusto? A rispondere è un dottore della Farmacia Torlonia: “Spesso, anzi quasi sempre, l’acquisto è ingiustificato. Le mascherine servono solo per chi è malato e non sta bene. Non devono essere comprate a prescindere”.

Intanto, le principali farmacie del quartiere non posseggono l’articolo così richiesto. “Le mascherine? Sono terminate subito dopo le notizie dei casi accertati in Lombardia – spiega una dottoressa della Farmacia di piazza Quadrata – dai depositi ci fanno sapere che ci vorrà un po’ per poterle riavere in attività”.

Ancora a disposizione sono le maschere anti-smog, che però anche a detta degli stessi farmacisti, non garantiscono la stessa protezione: “Le anti-smog sono di carta e senza filtro – spiegano dalla farmacia di corso Trieste 29 – proteggono dalle polveri sottili e dall’inquinamento, ma non le consiglierei a qualcuno che vuole evitare il contagio da coronavirus”.

Secondo le testimonianze di vari farmacisti, la preoccupazione dei cittadini del quartiere è ancora forte e sta aumentando negli ultimi giorni: “Ci vengono poste molte domande, i clienti sono confusi – sottolinea una dottoressa della farmacia di via Salaria 167 – Ci chiedono se possono viaggiare, prendere la metro, mangiare nei ristoranti cinesi. Vogliono acquistare una mascherina che possa proteggerli ma io gli ricordo che ne esistono diversi tipi: ci sono quelle per lo smog che hanno determinati filtri e quelle per i virus che ne hanno altri”.

Non esiste poi un cliente ben definito. “C’è il ciclista, quello che deve andare in aeroporto, ma anche tanti stranieri e tantissimi cinesi. Il problema è che la richiesta è smisurata e le scorte durano 2-3 giorni se va bene”.

Ad andare a ruba, anche i gel disinfettanti per le mani: “Tanti nostri clienti prendono i mezzi pubblici e ce li hanno richiesti, ma stanno finendo anche i gel”.