25 Ottobre 2020 - 14:24 . Trieste-Salario . Cronaca

Coprifuoco, i titolari dei pub nel quartiere: “Situazione tragica, lo Stato ci aiuti”

Devil's Chair
Devil's Chair

Stop a tutti gli spostamenti tra mezzanotte e le 5. Da venerdì 23 ottobre è iniziato il coprifuoco deciso dalla Regione Lazio per limitare l’ondata di contagi da Covid-19. Il 25 ottobre, inoltre, il premier Giuseppe Conte ha firmato un nuovo decreto che dispone la chiusura di bar e ristoranti alle 18.

Una situazione che getta nello sconforto tanti locali del Trieste-Salario, in maniera particolare i pub. Lo si evince perfettamente dalle parole di Roberto Curzi, titolare dello storico Excalibur a piazza Vescovio: “Il coprifuoco comporta una drastica riduzione del lavoro, che già negli ultimi tempi si era abbassato visto il clima di terrore che, a torto o a ragione, è stato instaurato. È molto dura, anche perché devo mandare avanti un locale che ha migliaia di euro di spese”.

Prosegue Curzi: “Io ho clienti che vengono dopo il teatro, dopo le prove, dopo lo sport, e con queste disposizioni mi bruciano tutto un settore. È davvero un grosso problema. Anche perché non ho un aiuto da parte dello Stato che bilanci tutta questa situazione. Già ho dovuto indebitarmi per il precedente lockdown, e adesso limitano ulteriormente il mio lavoro. Quindi sono molto preoccupato. Lo Stato mi ha abbandonato, mi ha imposto spese superiori, per mettere a disposizione dei clienti tutto l’apparato sanitario necessario e le pulizie speciali, che sono misure giuste, se non fosse che nel frattempo il lavoro è diminuito”.

Roberto Curzi

Curzi è critico anche nei confronti del coprifuoco: “È difficile immaginare che il boom dei contagi sia dovuto a quell’1% della popolazione: chi lavora di notte, chi è in giro alle 2 o alle 3 del mattino. Mi sembra quasi che cerchino dei colpevoli per questa situazione, per far vedere alla maggior parte del popolo che si fa qualcosa. Come all’epoca del lockdown erano additati i runner o chi passeggiava col cane, con delle motivazioni ridicole, perché ovviamente non potevano essere loro a infettare nessuno. In questa maniera si fa vedere a tutti quanti che si fa qualcosa e basta”.

Sulla stessa lunghezza d’onda sono anche i proprietari del Devil’s Chair di via Tripolitania 190: “La situazione è a dir poco tragica e il coprifuoco determinerà, con ogni probabilità, la chiusura della nostra birreria storica. Non ci sono più i numeri minimi nemmeno per coprire le spese energetiche di apertura, figuriamoci il personale, i costi per alimenti, birre e bevande, per non parlare di affitti, telefono e gli abbonamenti alle tv”.

E ancora: “Accettiamo le misure drastiche per la salute della collettività ma, al contempo, deve esserci pari responsabilità in chi governa. Ci chiudano come a marzo, per tutto il tempo ritenuto necessario, ci indennizzino per davvero – non per finta come ad aprile – e ci diano anche risorse aggiuntive a fondo perduto per poter riavviare le nostre attività. Diversamente, se vogliono passare stasera, gli lasciamo le chiavi del locale con in eredità tutti gli oneri attualmente aperti”.

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