3 Marzo 2021 - 16:17 . Trieste-Salario . EXTRANEWS

Cinque domande di pura curiosità all’uomo che sfreccia nel quartiere con il monoruota

Massimo Nibi sul suo monoruota
Massimo Nibi sul suo monoruota

Mi definirei un super pedone“. Massimo Nibi – 40 anni, impiegato – percorre tutti i giorni la ciclabile Nomentana da Conca d’Oro, dove vive, al Trieste-Salario. “Vengo nel quartiere soprattutto per diletto – racconta -. Ma a volte anche per lavoro, passando per viale Libia e corso Trieste anziché sulla ciclabile”.

E lo fa a bordo del suo monoruota elettrico, un mezzo che sicuramente non si vede tutti i giorni nel quartiere e a Roma. Per toglierci qualche curiosità e saperne di più, gli abbiamo fatto le cinque domande che – crediamo – tutti vorrebbero porgli.

Perché, tra tanti mezzi elettrici, hai scelto proprio il monoruota?
“È il più efficiente e anche il più divertente. Sono appassionato di bici e ho avuto il monopattino, ma proprio guidandolo ne ho scoperto i limiti, soprattutto per quanto riguarda le dimensioni. Così mi sono avvicinato al monoruota, che in città si porta molto meglio per il pochissimo spazio che occupa, concede grande libertà di movimento. Ha una maniglia che lo trasforma in una sorta di trolley, posso tenerlo sotto alla scrivania quando vado al lavoro. È davvero pratico”.

D’accordo, è pratico. Ma non è un po’ pericoloso, soprattutto in una città come Roma?
“Tutto il contrario, è un mezzo molto sicuro. Il diametro della ruota consente di superare buche e sampietrini con molta più facilità rispetto al monopattino. La differenza sta tutta lì, nella grandezza della ruota”.

Quanto costa comprare e mantenere un monoruota elettrico?
“Questi mezzi non richiedono manutenzione, se non in caso di foratura della ruota. Il costo dei vari modelli dipende dalle performance della batteria, si va da 3-400 euro fino ai 3 mila. Però si possono percorrere anche centinaia di chilometri senza manutenzione periodica”.

Dunque ritieni che il monoruota possa conquistare Roma come hanno fatto i monopattini?
“Partiamo da una premessa. Nel decreto Toninelli i monoruota non vengono equiparati alle bici, lo sharing non è ancora legale. Ma c’è un’associazione di cui faccio parte, “Muoviti elettrico”, che sta cercando di far conoscere questo mezzo alle persone: organizziamo dei veri e propri eventi su Roma. Rispetto alle biciclette o ai monopattini richiede un po’ di pratica in più per essere “domato”, ma non è nulla di troppo difficile. Mio fratello, per esempio, ha imparato in tre ore. E ora andiamo pure a fare le escursioni in montagna”.

I romani vedono ogni giorno un mucchio di cose curiose, compresi maiali e caprette al guinzaglio… Che cosa fanno le persone quando sfrecci davanti a loro col monoruota?
“Tutti ne subiscono il fascino, sia bambini che adulti. Un ciclista mi ha chiesto se fosse un mezzo lunare… Ma la domanda più frequente è se sia difficile da portare. Alcuni mi chiedono anche di provarlo, altri vogliono sapere specifiche più tecniche. Il monoruota suscita molta curiosità. E portarlo in giro per il centro di Roma è bellissimo. Mi fa sentire un super pedone”.