30 Ottobre 2019 - 12:49 . Trieste-Salario . Cronaca
Cassonetti inadatti alla differenziata, così si mobilita un comitato del quartiere
Per effettuare una raccolta differenziata efficiente occorrono cassonetti adeguati dove conferire i rifiuti in maniera corretta. Per questo motivo il comitato “Genitori per la sicurezza e vivibilità del quartiere Trieste-Salario” ha presentato un esposto contro Roma Capitale, Dipartimento tutela ambientale, Ama e II Municipio, per chiedere “entro e non oltre trenta giorni, l’immediata sostituzione e manutenzione di tutti i cassonetti per renderli idonei a una raccolta differenziata in ossequio alle normative di legge”. Ma andiamo per ordine.
Tutto nasce dalla segnalazione del presidente del comitato, l’avvocato Guido Rinaldi, sulla dicitura riportata sui cassonetti che si trovano nelle nostre strade: “Materiali non riciclabili e scarti alimentari”, un messaggio che, come si legge nell’esposto, porta i cittadini a conferire “per stessa espressa indicazione dell’Amministrazione, rifiuti in modo del tutto indifferenziato, in violazione di ogni norma“. Da qui il motivo dell’azione: “Al di là degli annunci fatti dalla sindaca, non ultimo quello di inizio agosto in cui venivano indicati i sacchi da utilizzare per gettare l’immondizia, la differenziata qui nel quartiere e nel resto della città non è mai iniziata – spiega a RomaH24 l’avvocato Rinaldi -. È inutile poi stare a dire che Roma è una discarica se poi alla base di tutto ci sono cassonetti che non sono predisposti per effettuare una raccolta corretta”.
E nel quartiere di realtà di questo tipo ce ne sono parecchie. Come indicato nell’esposto e come documentato anche dalle foto, da via Anerio a via Valnerina, passando per via Alfonso Rendano, via Amatrice e via Salaria, il problema sarebbe sotto gli occhi di tutti: “Può sembrare banale, ma occorre rendersi conto che la differenziata parte da qui – prosegue -. Per questo abbiamo chiesto l’immediata manutenzione e sostituzione di questi contenitori”. Ma non solo. In base a quanto avverrà entro il limite dei 30 giorni indicato nel documento, come spiega ancora Rinaldi, “ci riserviamo la possibilità di presentare l’esposto anche alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti, visto che c’è anche un discorso legato ai tributi che i residenti devono pagare per un servizio che poi, nei fatti, non viene garantito adeguatamente”.