21 Ottobre 2019 - 18:00 . FuoriQuartiere . Cronaca
Carenza di personale a Palazzo Baleani, così rischia di chiudere un’eccellenza sanitaria
Una dottoressa, un radiologo e lavori di ristrutturazione in calendario. Risultato, Palazzo Baleani rischia la chiusura. È la situazione che sta vivendo la struttura di corso Vittorio Emanuele II, centro oncologico d’eccellenza e parte integrante della Breast Unit del policlinico Umberto I. Il polo, dal lunedì al venerdì, con accettazione dalle 8 alle 9, garantisce l’accesso diretto per visita senologica multidisciplinare anche senza prenotazione e impegnativa, un servizio non da poco che permette ai tanti pazienti di poter, nel caso, ottenere diagnosi precoci fondamentali per intervenire sull’eventuale forma tumorale riscontrata. Ma facciamo un passo indietro.
Nel nuovo piano aziendale pubblicato sul sito del policlinico non ci sarebbe il centro di Palazzo Baleani che, a oggi, continua a fare i conti con profonde carenze di personale. A corso Vittorio Emanuele II, infatti, è rimasta solo la responsabile, la professoressa Maria Luisa Basile, e un radiologo: senza due oncologi in organico la struttura rischia di chiudere i battenti. “Abbiamo iniziato la nostra battaglia a ottobre 2018 – spiega a RomaH24 la consigliera capitolina di Fratelli d’Italia, Rachele Mussolini – quando abbiamo presentato in Assemblea la mozione che impegnava la sindaca ad attivarsi con la Regione Lazio affinché venisse incrementato l’organico di Palazzo Baleani”. Tema che viene poi ripreso anche nell’ordine del giorno dello scorso 30 luglio. A distanza di un anno, però, non sarebbe cambiato nulla. E a testimoniarlo è stata anche la trasmissione di Rai Tre “Indovina chi viene a cena”.
“Il mese di ottobre è da sempre il mese della prevenzione del tumore al seno e invece ci troviamo a vivere una situazione paradossale – prosegue -. Donne e uomini sanno che quello è un posto preziosissimo dove poter ricevere diagnosi precoci che, trattandosi di tumori, rischiano di essere fondamentali per garantire speranze di cure e, conseguentemente, di vita”. Motivazioni ufficiali di questo rischio non ci sono. Si parla di un accorpamento con l’Umberto I, una prospettiva che, secondo Mussolini, “farebbe perdere alla struttura il suo ruolo di unicità“.
Un’altra mozione è stata presentata da Fratelli d’Italia anche in Regione Lazio, in data 18 ottobre 2019: il testo, a firma del consigliere Giancarlo Righini, impegna il governatore Nicola Zingaretti e l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, a compiere “gli atti necessari per modificare l’atto aziendale del policlinico Umberto I, ripristinando la precedente previsione di unità operativa e conservare la Breast Unit nella sede di Palazzo Baleani”.
Ma quali sono i prossimi step? “Con la lettera inviata alla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, abbiamo fatto tutto il possibile – conclude Mussolini -. A questo punto è la Regione Lazio a dover agire concretamente visto che, a oggi, l’amministrazione Zingaretti, in tema di sanità pubblica, si sta confermando sempre più come l’amministrazione dei tagli“.