Dario Argento compie 80 anni (7 settembre 1940). Abitante storico del Trieste-Salario, alcuni suoi film sono entrati nella storia del cinema, come Profondo rosso e L’uccello delle piume di cristallo. Il maestro del brivido ha vissuto nel quartiere per moltissimi anni, in due momenti diversi della sua vita. “Tanti anni fa, con le mie figlie Asia e Fiore, con la mia famiglia abitavamo in via Adige, vicino al Coppedè. Poi sono andato via finendo per ritornare a corso Trieste. Ho ricominciato a frequentare gli stessi luoghi di sempre, ritrovando il mio mondo. Sono stato un vero girovago, ma questo quartiere è la mia casa e qui mi sento mio agio. Vado spesso a cena fuori, da Pepe Verde o da Mangiafuoco, oppure giro i mercati perché sono un grande appassionato di frutta e verdura”.

Dario Argento è un uomo cortese e gentile, e da lui traspare una profonda mitezza. L’immaginario della paura per cui è universalmente noto è qualcosa che probabilmente appartiene più alla sua curiosità verso la aree più nascoste dell’animo umano. E anche per le zone più stimolanti del quartiere. “Il Coppedè appare spesso nei miei film, ha un’estetica che oscilla dal torbido allo straordinario, squarci e punti di vista unici: fa indubbiamente parte della mia poetica”.

La bellezza, tuttavia, è il sentimento dominante nei suoi ricordi del Trieste-Salario: “Ho sottolineato spesso quanto sia bello questo quartiere. Anche le case popolari costruite tanti anni fa erano splendide, con ingressi signorili e curati. Nel quartiere abitava anche Luchino Visconti, e quando agli inizi facevo il giornalista e il critico cinematografico per Paese Sera, mi capitò di intervistarlo. Aveva un giardino stupendo, con una fontana da film”.

Questa intervista fa parte del volume “Trieste-Salario in 100 personaggi (+1). I volti, le arti e i mestieri“, Typimedia Editore.

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