Ama ha firmato un accordo con i sindacati Cgil, Cisl, Uil, Fiadel e le Rsu, che prevede premi per i dipendenti che non supereranno determinate soglie di assenza, a partire dai 260 euro lordi per meno del 4,7%, 180 euro lordi per un numero di assenze compreso tra il 4,7 e il 9%, 80 euro di importo massimo per le assenze fino al 20%, con decurtazione di un euro per ciascun giorno di lontananza dal servizio. “Nel 2017 è stata raggiunta una prima intesa, valida per un anno, per un premio il cui importo era determinato per il 75% dalla presenza in servizio, per il 15% dalla operatività e per il 10 % dalla condotta disciplinare. Il nuovo accordo è valido anch’esso solo per l’anno in corso e si pone come base di partenza per un prossimo accordo triennale che andrà in stretta sinergia con il nuovo contratto di servizio tra Ama e Roma Capitale. L’importo del premio è ora determinato per il 40% dalla presenza in servizio mentre l’incidenza della produttività e delle particolari mansioni svolte dal lavoratore è salita al 50%”.

“L’accordo appena concluso – conclude l’azienda – rappresenta un importante passo avanti in termini di riconoscimento del merito e conseguente aumento di produttività ed efficienza del personale”. Ma è già polemica, con il Pd pronto a chiedere alla Corte dei Conti se sussistono gli estremi per danno erariale , mentre commenti positivi arrivano da Fp Cgil Roma e Lazio.