15 Febbraio 2022 - 15:06 . Somalia . Cultura
Violenza sulle donne, la testimonianza: “Non sarò mai più vittima, la migliore arma è il cervello”
“Il nostro corpo è la nostra protezione, saperlo usare nel modo giusto, in modo difensivo e non offensivo, fa tutta la differenza del mondo”.
Annalisa Vulpiani, 48 anni, infermiera all’ospedale Gemelli, ha subito un’aggressione in giovane età. Prima viveva in zona Tiburtina, ora risiede fuori Roma. Il lavoro le impone ritmi e orari di lavoro che, spesso, significano rincasare col buio. “Anni fa sono stata in pericolo — ricorda Vulpiani —, ero giovane, col tempo ho imparato a esaltare il lato positivo delle cose, anche delle più brutte. Tutto ti insegna qualcosa”.
L’infermiera è una delle donne che, da tre anni, segue i corsi di autodifesa di Vincenzo Fenili, esperto di sicurezza ed ex agente sotto copertura. Vulpiani sarà una delle testimoni dell’appuntamento “Cortocircuito: la verità ha molte facce”. Un format realizzato da RomaH24 e Libreria Eli (viale Somalia 50/A) che, una volta al mese, a partire dal 17 febbraio e fino a giugno, analizzerà un tema d’attualità a partire da un libro, avvalendosi del supporto dell’autore, di un esperto di quello stesso argomento e, in alcuni casi, di un testimone che porti nel confronto un’esperienza diretta.
Il primo appuntamento (giovedì 17 febbraio alle 18.30) sarà dedicato alla violenza sulle donne. Da una prospettiva che si evince dal titolo scelto per l’evento: “Quando le donne cominciano a reagire”. Il volume da cui partirà la discussione è il saggio di Marianna Loredana Sorrentino “C’era una volta e c’è ancora il delitto d’onore. Nei tempi e nei luoghi della storia e dell’arte”.
“Sono sempre stata una sportiva — chiosa Vulpiani —, ma ciò che ti insegna Fenili è che la migliore arma non è il corpo, bensì il cervello. Tutta sta nell’emanare qualcosa da sé stessi sull’eventuale aggressore. Quello che ho imparato è di avere un potere protettivo, una sensazione di sapere che puoi controllare le situazioni avverse rimanendo lucidi”.
Annalisa ha ragione. Proprio grazie al cervello e alla lucidità in certi momenti di pericolo, quando il compagno di una vita o comunque di una relazione diventa il nemico, che tante donne si sono salvate negli ultimi mesi, semplicemente ordinando una pizza. Ha cominciato Margherita, due anni fa. In realtà Margherita è il nome fittizio che l’organizzazione “ActionAid” ha dato alla donna che per prima ha utilizzato lo stratagemma per denunciare una violenza domestica. Far finta di ordinare una pizza per telefono, ma in realtà comporre il numero delle forze dell’ordine, le quali, a sua volta oggi sanno che quella voce di donna che ordina una pizza, in realtà chiede disperatamente aiuto.
Usare il cervello, sottolinea Annalisa Vulpiani. Nel novembre scorso, a Roma, come testimonial di Action Aid proprio nella campagna “Call4Margherita”, lo ha detto anche Claudia Gerini, rivolta a tutte le donne: “Mai più disattente anche ai primi segnali di violenza del proprio compagno. Mai più disposte a trascurare i primi gesti minacciosi. Non dobbiamo mai smettere di chiedere, di urlare, di parlarne, perché più ne parliamo e cerchiamo di creare una vera attenzione, un vero focus sulla tragedia della violenza domestica, e più combattiamo i violenti accanto a noi”.
Per partecipare è obbligatoria la prenotazione, contattando la Libreria Eli (eventi@libreriaeli.it/06 8621 1712). Per accedere è necessario, inoltre, essere in possesso del Green pass “rafforzato” (quello che si ottiene dopo la vaccinazione o la guarigione dal Covid).
LEGGI: Violenza sulle donne: come e perché si può reagire con efficacia (di Vincenzo Fenili)
LEGGI: L’intervista a Marianna Loredana Sorrentino