15 Maggio 2022 - 7:35 . Cronaca

A trent’anni dalle stragi mafiose, Roma ricorda Falcone e Borsellino. Due eventi per onorare i giudici eroi

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

Le stragi mafiose di Capaci e via D’Amelio sono scolpite per sempre nella memoria di ciascuno. Un’onda di sdegno e di commozione generale attraversò il Paese trasformando un grido di dolore e di protesta in movimento, passione, azione che hanno messo radici solide nella società.

“Le mafie di ieri e di oggi a trent’anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio” è il titolo dei due eventi che la Regione ha promosso per il 18 e il 19 maggio a Roma, altri ne seguiranno fino a luglio. Il 18 maggio, alle 17.30 nella sala di via Rieti 13 interverranno autorità militari, il prefetto Francesco Messina, il procuratore della Repubblica di Messina, Maurizio De Lucia, Gianpiero Cioffredi (presidente dell’Osservatorio per la sicurezza e la legalità della Regione Lazio), Maria Falcone (presidente della Fondazione Falcone), Giuseppe Antoci (presidente onorario della Fondazione Caponnetto), Nicola Zingaretti (governatore della Regione Lazio), Franco Gabrielli (sottosegretario di Stato con delega alla Sicurezza della Repubblica) e Roberta Serdoz, caporedattrice del Tgr Lazio.

Il 19 maggio, alle 10.30 alla sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica si terrà un incontro tra gli studenti e il procuratore della Repubblica di Roma Francesco Lo Voi. Partecipano Nicola Zingaretti e Gianpiero Cioffredi insieme all’attrice Greta Scarano che leggerà alcuni testi dei due giudici. Il musicista Roy Paci si esibirà con il brano “Siamo Capaci” scritto da lui e da Giuseppe Anastasi. Questo evento è riservato agli studenti e ai docenti accreditati.

“Abbiamo deciso di organizzare due eventi che coinvolgeranno i protagonisti della lotta alle mafie e i giovani — ha spiegato Zingaretti — per lavorare insieme alla costruzione di una cultura della legalità e della responsabilità e alimentare un impegno civile nelle nuove generazioni. Non bisogna delegare la lotta contro le mafie solo alle forze di polizia e alla magistratura. Lottare contro la mafia è un impegno per la libertà e deve essere un impegno di tutti. Tutti possiamo e dobbiamo fare qualcosa: il Lazio c’è”.

Per Gianpiero Cioffredi “memoria e impegno contro le mafie interagiscono, sono termini che indicano continuità, responsabilità, coerenza dei propri doveri nell’agire quotidiano, nei comportamenti personali, nella percezione del bene comune, nell’etica pubblica che riusciamo a esprimere, nello spirito pubblico che riusciamo a rinnovare”.