6 Gennaio 2022 - 13:45 . Cronaca

A Roma riparte la macchina degli sgomberi, la Caritas chiede una moratoria di sei mesi

Uno sfratto (immagine d'archivio)
Uno sfratto (immagine d'archivio)

Oltre 4mila sfratti da eseguire entro fine gennaio. Il Tar ha rimesso in moto la macchina degli sgomberi a Roma, partendo dal palazzo occupato in viale delle Provincie, al Nomentano, dove vivono 500 persone. Comune e Prefettura hanno tempo 120 giorni per farle uscire. Il Tribunale amministrativo regionale ha stabilito, inoltre, di inserire nella lista degli immobili occupati da sgomberare, stilata nel 2019, anche Spin Time, il centro ricreativo in via di Santa Croce in Gerusalemme in cui vivono circa 450 persone e l’ex sede delle Dogane in via Tiburtina.

Venerdì 7 gennaio, inoltre, scadrà il blocco degli sfratti deciso dall’assessore alle Politiche Sociali del Comune Tobia Zevi. Sarà dunque necessario liberare i palazzi occupati, con il rischio che si crei un’emergenza abitativa proprio mentre i contagi da Covid continuano ad aumentare. Interpellato da Repubblica, l’assessore Zevi ha assicurato che “nessuno rimarrà in strada. Il Comune avvierà già la prossima settimana un confronto con Municipi, Ater, Regione, Prefettura e collettivi”.

Sulla questione sfratti è intervenuta anche la Caritas di Roma: “Una situazione che rischia di penalizzare soprattutto le persone e le famiglie più fragili, già duramente colpite dalla crisi economico-sociale causata dalla pandemia” si legge in una nota. Da qui le richieste della Caritas: una moratoria di sei mesi sugli sfratti a Roma e l’istituzione di un Tavolo di confronto e conciliazione in Prefettura.

In più, la Caritas ha formulato sei proposte per risolvere l’emergenza abitativa:

  • Un piano straordinario da attuare rapidamente per sbloccare prima possibile i bonus affitti
  • Velocizzare al massimo l’assegnazione delle case popolari pubbliche
  • Sollecitare il Governo a un provvedimento per sospendere all’apertura della procedura di sfratto per morosità il pagamento della cedolare secca (Irpef del 10%) e dell’IMU, ai proprietari 
  • Rivedere le procedure per l’utilizzo delle Forze di Polizia nell’esecuzione degli sfratti
  • Riservare, con procedure d’urgenza, una quota degli alloggi pubblici disponibili da assegnare all’emergenza, per gli sfrattati delle fasce di popolazione particolarmente fragili 
  • Promuovere accordi volontari di locazione di durata biennale, con garanzia di rilascio alla scadenza degli appartamenti, sottoscritta di fronte a enti pubblici o fondazioni private e di rilevanza sociale.